Trinchieri e la classifica
"Meglio non guardarla"

"Ora tutti ci diranno, siete secondi. Vero, ma credo conti poco quando mancano ancora dodici partite alla fine". Ma la cosa più importante è un'altra: "Contava non piangerci addosso per l'assenza di Marconato".

La terza vittoria di fila frutta alla Bennet il secondo posto in classifica, l'ulteriore allungo sulle inseguitrici - la quinta posizione è ora otto punti dietro - e un altro doppio confronto favorevole, con il 2-0 su Roma, dopo quello con Bologna.
E tutto ciò con qualche problema fisico che, dopo il lungo stop patito da Markoishvili, chiama ora in causa Tabu e Marconato. Ma anche con qualche assenza la Bennet supera la Lottomatica, dando spettacolo per molti minuti, una volta ancora, e reggendo nel finale la rimonta romana arrivata anche a causa della "riserva" nella quale erano finite le energie di Cantù a causa delle rotazioni accorciate.
Tutto ciò trova conferma nelle parole di Andrea Trinchieri al termine della gara: «Era importante vincere perché credo che Roma sia destinata da qui in avanti a fare punti in classifica e quindi a risalire, e avere il 2-0 nei loro confronti conta parecchio. Le nostre condizioni non erano certo eccellenti, con due giocatori in meno, ma siamo stati comunque perfetti per 34 minuti almeno. Poi siamo calati, un po' anche per complicità mia, ma credo che abbiamo sempre gestito, pur se la Lottomatica è arrivata a otto punti, la situazione senza grossi problemi».
Trinchieri si fa da solo la domanda più attesa («Ora tutti ci diranno, siete secondi. Vero, ma credo conti poco quando mancano ancora dodici partite alla fine»), ma la cosa più importante per il coach della Bennet è un'altra: «Contava non piangerci addosso per l'assenza di Marconato. Lui è il nostro "sacro Graal", è fondamentale nella nostra squadra e il suo forfait rischiava di scioccarci negativamente».
Ma anche senza Denis hanno comunque reagito produttivamente gli altri lunghi: «Bravi a far legna, a mettere il loro corpo sulle penetrazioni dei romani, mentre in attacco il nostro gioco è quasi sempre così, con l'unica variabile delle percentuali che possono dare maggiore concretezza. E i tiri dei primi tre quarti che avevano bisogno solo di essere buttati dentro sono quelli che produciamo abitualmente».

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