Capitan Sergio: «Cantù ha vinto
grazie alla voglia e al pubblico»

La rimonta portata a termine contro Mantova ha lasciato il segno

Coach Sodini l’ha chiamata «la “garra” del capitano». Abnegazione, carica, determinazione, tutto fa gioco e si presta a spiegare bene la prova di Luigi Sergio. Che, della Pallacanestro Cantù, è il capitano e l’emblema della clamorosa rimonta che ha portato la S.Bernardo Cinelandia Park dal ritardo di -18 accumulato nel terzo periodo, alla vittoria di 2 punti contro Mantova.

Il canestro decisivo, si sa, l’ha segnato di Johnson. Ma è stato il capitano a caricarsi la squadra sulle spalle.

«Sembravamo in controllo»

Una partita memorabile, che Sergio spiega così: «Sembravamo abbastanza in controllo nei primi 20’. Sicuramente non in modo agevole, ma eravamo avanti all’intervallo lungo. Poi loro hanno avuto un momento super, con un break importante, e noi eravamo in netta difficoltà. A quel punto, sono saltati gli schemi: era più importante la voglia di vincere».

La reazione di Cantù è stata vigorosa: «Fortunatamente c’è stata tanta determinazione nel voler portare a casa la vittoria, volevamo il primato solitario. Ci siamo rimboccati le maniche, invertendo il trend della partita, alzando la qualità della difesa. Credo sia stata questa la chiave del nostro successo».

Grande prova di squadra nel finale, ma ottima la prestazione di Sergio: 22’ in campo, con lui Cantù vince di 28, in una partita vinta di 2.

«Trascinati nel finale»

E Sodini non ha mancato di sottolinearlo: «Fanno piacere le parole del coach, ma la rimonta è merito di tutti. Inoltre, recuperare non era facile. Dell’arbitraggio meglio non parlare, ma siamo stati certamente aiutati dal pubblico: nel finale è stato trascinante e ci ha dato una mano».

Il capitano, però, ora vorrebbe sempre un palazzetto carico, fin dall’inizio: «Dico la verità, non è stato bello entrare e sentire solo i tifosi di Mantova cantare e battere sui tamburi. Io so che a Cantù il seguito è tanto e appassionato, ma per lunghi tratti sembra di giocare fuori casa e questo mi dà molto dispiacere. L’affluenza è stata importante, la gente comincia ad appassionarsi e le emozioni, alla fine, sono venute fuori. Il tifo è diventato un fattore, gli spettatori ci hanno dato una spinta importantissima. Avere tutto questo fin dall’inizio, fin dall’ingresso in campo, sarebbe il massimo».

«Il grande tifo della curva»

Dopo averli già incontrati nel prestagione, Sergio vorrebbe confrontarsi nuovamente con gli Eagles: «Conosco bene le loro motivazioni, mi piacerebbe però riparlare con loro. Gli altri portano tamburi e striscioni, le tifoserie ci sono sempre. Capisco l’orgoglio, il voler tenere salda la posizione, con un approccio diverso e fermo, anche con motivazioni molto importanti che mi hanno già comunicato e che rispetto. Però io e molti compagni siamo venuti a giocare a Cantù anche perché conoscevamo il grande tifo della curva. Sarebbe davvero bello e importante per noi se potessero tornare a sostenerci».

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