Il tifo è di cartone
Ma la sveglia è vera

«Ai giocatori chiediamo più impegno, qualcuno a nostro giudizio non ha fatto fino in fondo il proprio dovere». Gli Eagles tornano a sollecitare Cantù

«Ai giocatori chiediamo più impegno, qualcuno a nostro giudizio non ha fatto fino in fondo il proprio dovere». Gli Eagles tornano a sollecitare Cantù, nel rush finale più complicato nella storia recente della squadra.

Per loro, la stagione è stata del tutto anomala. Fuori dal palazzetto, per obbligo e per scelta, non hanno mai visto all’opera dal vivo la S. Bernardo. Ma la parte calda del tifo non può certamente essere soddisfatta.

«In tempi normali – dice il leader degli Eagles, Francesco “Juary” Morabito – saremmo certamente andati a Vighizzolo a dare una svegliata alla squadra. A nostro giudizio, qualcuno non si è impegnato abbastanza. Ora chiediamo ai giocatori di dare tutto, perché le prossime partite saranno decisive».

L’atteggiamento, in sostanza, quest’anno non è affatto piaciuto ai tifosi della curva: «Chi finora non si è preso troppe responsabilità, lo faccia ora. Noi da fuori non possiamo far molto, ma il messaggio deve arrivare. Purtroppo abbiamo visto che squadre più o meno del nostro livello lottano sempre, anche contro le grandi. Vedi Varese contro Milano o Trento contro Venezia, come successo nell’ultimo turno di campionato».

C’è ovviamente tutta la speranza che le cose vadano per il meglio, ma solo se ci sarà un cambio di rotta: «All’ipotesi di una retrocessione o a un ripescaggio, come ventilato, non vogliamo pensare. Chiediamo solo impegno al 100%, il popolo canturino non chiede altro. La città è pronta a sostenere la squadra, ma vogliamo vedere un cambio di atteggiamento, almeno in questo finale».

In un anno complicato, anche solo per le consuete riunioni del martedì impossibili da svolgere in presenza, gli Eagles hanno seguito con passione gli eventi sul campo, ma con il distacco dettato dalle difficoltà del momento per tutta l’Italia.

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