Sodini: «Un fattore l’ambiente di Capo
E noi dovremo essere impermeabili»

L’analisi del coach della Red October sulla sfida di domani sera in Sicilia: «Per loro è “vita o morte”, ma anche per noi sarà una partita decisiva in ottica playoff».

«A Capo d’Orlando dovremo avere una membrana che ci impermeabilizzi dal contesto ambientale, ma che allo stesso tempo ci permetta di mettere in pratica il nostro basket». Perché sarà proprio il palazzetto di Capo d’Orlando il nemico principale della Red October nell’ultima trasferta della regular season. Coach Marco Sodini richiama i principi chimici dell’osmosi per presentare una partita che, se non ci fossero in palio punti pesantissimi - per entrambe -, passerebbe alla storia come una trasferta poco più che “normale”, da finale di stagione.

Ma - con tutta evidenza - non è così. Altro che gita in Sicilia: domani sera ci sono in palio la salvezza di Capo d’Orlando e i playoff di Cantù. Quindi, ci si gioca tutta una stagione, da una parte e dall’altra. «Ed è ora di tirare le fila - commenta il coach canturino - di mesi di lavoro. Davvero sono poco interessato al bel gioco della squadra, stavolta guarderò solo al risultato».

La fame di Capo d’Orlando e il contesto saranno certamente un fattore: «Per loro è “vita o morte”, in Sicilia i giornali titolano “La partita più importante della storia dell’Orlandina”. Capo d’Orlando conta 15 mila abitanti, 3 mila saranno al palazzetto, un’arena che temo più di Pesaro perché i tifosi sono vicini al campo. È da una settimana che stiamo preparando i nostri giocatori a quello che li attenderà e mi pare che il concetto sia stato recepito. Sicuramente servirà una soglia di attenzione maggiore, da parte di tutti, staff tecnico compreso».

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