Gatto: «Il dolore e poi anno terribile
Ma stavolta la B con il Como è mia»

Si racconta il capocannoniere di casa biancoblù

Il suo compagno d’attacco e di gol, Alessandro Gabrielloni, lo ha definito il miglior giocatore di tutto il campionato. Quello che è certo, è che per tutti Massimiliano Gatto è stata la grande sorpresa della stagione. Per i suoi gol, soprattutto. Il più entusiasmante, il più decisivo, dopo un anno per lui terribile, in cui non lo si era praticamente mai visto, ha ripagato anche se’ stesso con un campionato meraviglioso.

Massimiliano, complimenti. E pensare che forse qualcuno, dopo l’anno scorso, ha avuto anche qualche dubbio sulla scelta della società di riconfermarti.

Infatti, non era scontato il fatto che mi volessero dare ancora fiducia. E ancora meno scontato che io riuscissi a ripagarla. Nessuno se lo aspettava che potesse andare così bene, forse nemmeno io.

L’anno scorso tormentato dalla periostite, al punto di faticare quasi a camminare, per mesi. E quando sei guarito, il campionato si è fermato. Roba da impazzire di rabbia...

E’ stato terribile, non lo auguro davvero a nessuno. Ho provato tanti metodi di cura diversi prima di trovare la soluzione, è stata durissima. Poi, il giorno in cui sono finalmente tornato tra i convocati, la sera prima hanno sospeso la partita, e non si è giocato più. Troppa rabbia, davvero. Ma forse anche quello è servito per darmi una spinta in più in questa stagione. E sono felice anche di aver giocato praticamente tutte le partite.

Da due gol come cifra massima negli anni precedenti ai quattordici di quest’anno. Che cosa è successo? Chi non aveva capito prima che tu fossi un bomber?

Ma, forse è anche una questione di maggiore maturità, perchè non ero mai stato un bomber, è vero. Ho 25 anni, l’età giusta per fare uno scatto anche mentale, più sicurezza, più voglia di non accontentarmi mai. E’ stata una novità anche per me.

Gabrielloni dice che hai semplicemente scoperto quanto è bello fare gol, e quindi non sei più riuscito a farne a meno...

Sì, ed è merito anche suo, perchè è stato anche lui a insegnarmi che ogni gol è bello, che più segni più hai voglia di farlo ancora. E l’ho capito, è proprio così.

A proposito di bei gol, scegliamo: il più bello, il più emozionante per te, il più importante.

Il più bello direi quello con la Juve all’andata. Quello che mi ha dato più emozione è stato con la Pro Sesto, al ritorno. Una rete che ha dato grande gioia a tutti – il Como arrivava dalla sconfitta di Busto e doveva mantenere il vantaggio sulla Pro Vercelli prima dello scontro diretto e vinse grazie a quel gol, ndr -, segnata da subentrato. Il più importante direi quello di Livorno, perchè ribaltare quel risultato è stato fondamentale.

La tua stagione è iniziata subito con due gol, quindi già con Banchini eri partito bene.

Tra l’altro anche in quella partita ho fatto uno dei miei gol più belli. Con Banchini ne ho segnati tre, gli altri con Gattuso, che mi ha un po’ cambiato ruolo, mettendomi più centrale, avvicinandomi di più alla porta, e questo mi è servito. Ma ho giocato anche tanto da esterno, sto bene in entrambi i ruoli.

Non mollare mai è stato il tuo motto, ma anche quello di tutta la squadra. Mai avuto paura di non farcela?

E’ stato un cammino lungo e difficile. Pieno di insidie, faticoso. Ma la nostra grande forza è stata quella di rialzarci sempre, anche dopo le batoste, anche dopo i passaggi a vuoto. Il momento più duro è stato quello tra le partite con il Grosseto e l’Olbia, quel pareggio inaspettato, quella sconfitta così pesante... siamo riusciti a rialzarci quando tutti ci davano già per morti. Nel secondo tempo di Livorno abbiamo avuto una reazione pazzesca, sembravamo assatanati. E vincere così è stato ancora più bello.

C’è stato un momento in cui avrebbe potuto essere un affare di famiglia, con la Pro Vercelli di tuo fratello. A proposito, che ti ha detto? Ha festeggiato con te?

Beh, credo che nello scontro diretto in casa loro, anche se abbiamo pareggiato, loro abbiano capito bene che noi eravamo superiori... Comunque, mi ha fatto i complimenti, è stata in ogni caso una grande soddisfazione per tutta la famiglia. Anche lui in fondo tifava per noi, ovviamente se non fossero riusciti loro. E adesso io tiferò per lui e la Pro Vercelli ai playoff, naturalmente.

Ora sei un giocatore di serie B. Che aspettative personali hai? Per te non è una categoria sconosciuta.

Ma nelle mie esperienze precedenti ero più giovane, meno pronto. Adesso è diverso, ci sono tornato in un altro modo, sicuramente la saprò vivere meglio, mi sento decisamente più maturo, credo che adesso possa essere il momento giusto. Non vedo l’ora.

A Novara non hai giocato, avrebbe potuto essere l’occasione per provare a vincere il titolo di capocannoniere. Mancava davvero così poco...

E infatti un po’ ho rosicato, lo ammetto. Sono stato fermo per un po’ di riposo, nessun problema grave. E ho perso l’occasione. Ma è stato giusto così, è stato bello veder giocare e segnare anche i compagni che hanno avuto meno spazio durante la stagione. Anche perchè se io sono andato così’ bene quest’anno il merito è stato non solo mio, ma della squadra, di tutti. In ogni caso, nella Supercoppa sarò in campo. E come dicevo, ho imparato a non accontentarmi mai.

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