«Orsenigo era la nostra casa
Lì dentro c’è il nostro cuore»

La notizia che il centro sportivo sia stato messo all’asta è stata un colpo anche per gli ex del Como. Il racconto di ciò che è stato affidato a Fontolan e Galia.

Non poteva essere altrimenti. La notizia che il centro sportivo di Orsenigo sia stato messo all’asta, ma soprattutto che al Como attuale possa non interessare più, è stato un colpo al cuore per tanti. Perché in fondo, nel cuore di tutti, addetti ai lavori e tifosi del Como, c’era il pensiero che il centro di Orsenigo prima o poi potesse tornare al Como. Che questa non fosse altro che una lontananza provvisoria, una semplice attesa per poter prima o poi riaprire il cancello di casa.

«La mia vita» commenta Silvano Fontolan, uno dei tanti ex ragazzi del vivaio, che a Orsenigo è diventato non solo giocatore top fino a vincere lo scudetto con il Verona, ma anche poi allenatore. E non importa se si è arrivati ai vertici della carriera, «quella è veramente casa nostra. Che ci è stata portata via per errori difficili da perdonare. Quante volte in questo periodo ci ho pensato, e mi piange il cuore sempre».

Dai dodici anni fino ai cinquanta inoltrati. Anche Roberto Galia è uno di quelli che, pur passando dalla Juve, pur vestendo la maglia della Nazionale, non ha mai rotto il cordone ombelicale che lo lega a Orsenigo.

«La mia macchina, la mia moto, lì ci andavano da sole ormai. È un dispiacere enorme, e disturba soprattutto il modo in cui tutto è accaduto. Ne abbiamo viste di tutte al Como, ma questa è forse la cosa che ci ha fatto più male, soprattutto perché non è stato possibile rimediare. E a noi, al Como, è stata portata via la casa, e un gran pezzo di cuore».

L’articolo integrale sulla Provincia di venerdì 21 settembre

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