Lo spettacolo della Gran Fondo
In 1700 a Cantù e provincia

Ancora una volta quella legata al Lombardia non ha tradito le attese

Alla partenza, quando ancora la luce del sole non aveva fatto del tutto capolino sotto l’arco al di sopra della linea del traguardo, si sono presentati in oltre 1500.

Un’immagine plastica della forza di un prestigio sportivo, quello del Lombardia, che attraverso la Gran Fondo promossa a Cantù il giorno successivo alla Classica Monumento, ossia ieri mattina, ha riportato sulle strade della corsa delle “Foglie morte” un vero e proprio esercito variopinto di amatori.

Una grande passione

La passione, quella che ha spinto i partecipanti ad alzarsi all’alba e a prendersi tutto il primo vero freddo di stagione pur di non lasciarsi scappare l’occasione, ha ancora una volta fatto centro: a dirlo non sono stati soltanto i sorrisi della partenza, con la mascotte di turno a dispensare fotografie e selfie a quanti erano pronti a scattare in prima fila, ma anche lo sforzo profuso per affrontare due salite, il Ghisallo e il mitico Muro di Sormano, che di amatoriale hanno davvero ben poco, e lo si è visto in pieno.

Ad accogliere gli iscritti, prima del via ufficiale, il presidente nazionale di FederCiclismo, Cordiano Dagnoni, e l’indimenticato Gianni Bugno. Caschetto ben allacciato e tenuta sportiva addosso, è toccato al duo tutto lombardo il compito di aprire l’edizione 2021 della Gran Fondo Il Lombardia, appuntamento giunto quest’anno alla sua quarta volta nella storia recente della bicicletta comasca (la prima è andata in scena nel 2017; da lì in poi la manifestazione è stata ripetuta nel 2018 e nel 2019, con lo stop causato dal Covid-19 l’anno passato e il ritorno in sella di ieri mattina).

Seppur distanti dalla soglia limite di 2500 partecipanti raggiunta nelle edizioni passate, i circa 1700 iscritti hanno confermato l’appeal di un appuntamento che vuole diventare un riferimento per chi il Lombardia lo vuole in qualche modo accarezzare non soltanto guardandolo dalla televisione, ma affrontandone alcuni tratti in prima persona.

Dal punto di vista meramente sportivo, a vincere tra gli uomini sul traguardo canturino è stato Matteo Cigala, che ha preceduto nell’ordine Paolo Castelnovo, secondo, e Rossano Mauti, terzo. La prova femminile, invece, ha decretato la vittoria di Christina Rausch; alle sue spalle, Samantha Arnaudo, seconda, e Luise Valentin, terza.

Al netto dei risultati dettati dal cronometro, Il Lombardia ha in qualche modo fatto riassaporare una sorta di ritorno alla normalità dopo la cancellazione subita nel 2020. Poco importa, in fondo, se i numeri complessivi siano stati un tantino al di sotto dei massimi storici, fenomeno statistico peraltro in linea con quanto accaduto in iniziative di analoga portata corse in ambito nazionale, e non solo.

Le divise colorate

Il pensiero, e non potrebbe essere altrimenti, riparte dalle divise colorate che hanno fatto bella mostra di sé lungo i 113,5 di percorso (111,2 chilometri nella versione comprensiva del Muro di Sormano, dunque un po’ più corta rispetto all’ascesa alla Colma dalla strada provinciale), un serpentone che, nelle sette ore massime concesse dagli organizzatori per rientrare nella Città del mobile, s’è allungato dalla Brianza alla Vallassina, passando per il lago di Como e l’Erbese, ripercorrendo alcuni dei tratti più caratteristici della corsa dei grandi del pedale.

Partendo da questi presupposti, pensare che anche nel 2022 Il Lombardia possa essere realtà non è sbagliato, bensì probabile.

Le condizioni, del resto, ci sono tutte. Il favore dei partecipanti, come sempre, sarà l’arma in più per andare avanti.

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