Il malcostume non abita solo al Sud

In questi giorni si parla di come risanare i conti italiani e sembra che tutti i mali dell'Inps vengano dalle pensioni di anzianità. Si reclama a gran voce da parte dei “risanatori” che ci stiano costando troppo quelle persone che dopo 41 anni (!) di lavoro vorrebbero ritirarsi.
Magari sarà vero, però Sergio Rizzo scrive che nel Sud «a una inattività soltanto ufficialmente vertiginosa è associato un livello di assistenzialismo crescente, che certo non si può definire fisiologico. Le pensioni di invalidità, che nel 2003 erano 796.103, hanno raggiunto alla fine del 2010 un milione 199.593: ce ne sono 5,8 per ogni cento abitanti».
Non vi sembra che prima di mazzolare quelli che lavorano 41 anni si dovrebbe andare a vedere come mai ci sono tutti questi invalidi al Sud? E cancellare un po' di imbroglioni dalle liste? Scrive ancora Rizzo: «La quota di lavoro irregolare al Sud è al 18,9 contro il 9,7% della media nazionale». Il che significa che da queste aziende non vengono erogati i contributi all'Inps che anche per questo non ce la fa a pagare le pensioni di anzianità. Possiamo ammettere finalmente che il Sud è una zavorra oppure dobbiamo ancora far finta di niente?

Alberto Cazzaniga
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Che il Sud abbia molte pecche da farsi perdonare è nei numeri. Clientele, assistenzialismo, forestali che manco in Canada, spalatori di neve in agosto, falsi invalidi e chi più ne ha ne metta, ne fanno il Bengodi del parassitismo. Né possiamo pretendere esempi virtuosi da chi ha inventato il «chiagni e fotti».
Ma stiamo attenti a non sottovalutare il proselitismo che questo malcostume ha fatto al Nord. L'ultimo finto cieco, se non vado errato, è stato scoperto nelle operose valli bergamasche. E il clientelismo alligna anche in Padania, proprio ad opera di chi si sgola per denunciarlo. Ogni mondo è paese. Non basta denunciare le magagne del Mezzogiorno. Bisogna fare pulizia, ma cominciando dal cortile di casa.

Pier Angelo Marengo
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