Modelli fasulli dai mass media e realtà vera

Cara Provincia,
siamo troppo abituati ormai a intristirci sulle quotidianità, a subire - anche senza reagire - violenza da politica e società tra ruberie, disonesti, e corruzione.
 Ci preoccupano la crescente difficoltà dell'economia, il lavoro che manca, un futuro ancora più difficile per tutti noi, per i nostri figli.
Ebbene mi piace, una volta tanto, raccontare di una di quelle emozioni che sono normalità ed eccezionalità.
Qualche giorno fa mio figlio si è laureato in Medicina: niente di così eccezionale direte voi. È vero.
Ma sentirlo raccontare nella sua tesi nell'aula magna dell'università, davanti a decine di professori, studenmti, amici e parenti, della attività e dell'esperienza di alcuni mesi come volontario in un ospedale in Africa (senza dubbio come altri ragazzi della sua età fanno esperienze analoghe) mi ha commosso e molto inorgoglito.
Il ragazzo raccontava anche della storia dei suoi sei anni di duro impegno nello studio, di attenzione e sensibilità; di responsabilità e solidarietà verso gli altri: valori veri, solidi, come non vederla come una ventata di aria fresca.

Francesco Ronzoni

Le piccole cose della quotidianità ci rimisurano, per così dire, il perimetro della vita.
A volte ne perdiamo la dimensione reale, ci confondiamo, subentrano errori e smarrimento. Diamo troppa importanza a ciò che ne merita poca e viceversa. Sopravvalutiamo e sottovalutiamo.
Forse guardiamo troppo fuori di noi e poco dentro di noi: non è un'osservazione religiosa, è assolutamente laica. È pratica, prima che spirituale.
La gran cassa mediatica c'induce a credere a modelli generali d'esistenza che talvolta, quando ci capita finalmente l'occasione di confrontarli con quelli particolari e specifici, si rivelano inadeguati. Meglio: fasulli.
Il problema è convincere dell'importanza di questi modelli autentici quelli che ce ne impongono d'artificiosi.
Purtroppo, a giudicare dall'evoluzione dei tempi, talvolta sembra un'impresa disperata. Perfino inutile, scusi il pessimismo.

Max Lodi

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