Costumi grillini in Parlamento? Lo dirà il voto

Se l'armata del Movimento 5 Stelle, i non "politici" come amano definirsi gli adepti di Grillo, dovessero mantenere la "parola" data una volta approdati in Parlamento: cinquemila euro lordi al mese, niente benefici, niente lussi, niente intrallazzi, rifiuto in massa di "sovvenzioni" personali e di "ori" in cui sguazzano  i "vecchi" della politica. Agli occhi del popolo, si rivaluterebbe, in parte, l'immagine del politico di casa nostra, ormai non credibile e pronto a qualsiasi compromesso pur di arricchirsi. C'è, comunque, un però. Cosa potrebbe accadere nel 2013 se riuscissero nei loro intenti di onestà e trasparenza? Gli altri parlamentari li seguirebbero - per il bene dei cittadini - o sarà battaglia?

Roberto Mangoni

Il movimento 5 Stelle ha già ottenuto seguaci al suo esterno. Seguaci forzati. Nessun politico metteva online i propri redditi, ora molti lo fanno. Nessun politico immaginava di abolire il suo vitalizio, ora molti si sono convinti della necessità. Nessun politico pensava di limitare il numero delle legislature in cui essere presente, e ora si è persuaso che è opportuno. Cioè: una serie di comportamenti stanno facendo scuola. Il che c'induce a credere che altri lo faranno. Anche se magari non tutti. La misura del fenomeno dipenderà dall'entità del successo del grillismo alle prossime elezioni. Se diventerà il secondo partito, come i più autorevoli sondaggi indicano, la prima ricaduta verrà costituita dall'adeguarsi ai suoi metodi. Un po' come accadde anni fa con la Lega a proposito di federalismo: non lo voleva nessuno, d'improvviso lo vollero tutti. Anche se alla fine non se n'è fatto niente. Secondo il costume italiano.

Max Lodi

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