Cari comaschi, non fermatevi al muro del pianto

Da Varese parole di incoraggiamento ed un invito a guardare oltre ( se possibile...)

Cara Provincia,
la lettera del giorno 8 ottobre, a firma della Signora Elena Bianchi, nonché il suo titolo «Il lago è davvero l'unico richiamo di Como» , non mi trova  d'accordo;  l'equazione Como turistica = lago è ingiusta rispetto agli immensi valori che il territorio lariano possiede e che sono altrettante vere attrattive di un polo turistico. Certamente il muraglione a lago va demolito; ma questo è solo uno dei problemi, perché esso va a privare della visione paesaggistica che rappresenta solo il biglietto da visita della città verso il turista. Se ci fermiamo al lago lo scrupoloso amministratore del bene pubblico non si può dimenticarsi della balneabilità e purezza delle acque. La promozione del turismo a Como dev'essere polivalente e io suggerirei tre filoni.
Storia: dall'archeologia sappiamo che qui esisteva nel 1° millennio a.C. la civiltà di Golasecca, località varesina vicino al lago Maggiore; nel 59 a.C. Cesare fondò una colonia Romana, bonificando l'area prospiciente
il lago, con la presenza di ben 5000 coloni; nel 49 Como divenne municipium e nel 1° sec. d. C. la crescita fu aiutata dalle dotazioni dei due Plinio.
Como fu grande alleata del Barbarossa; riuscì a risorgere e dotarsi di mura, torri, castelli (Baradello). Il periodo Visconteo fece conoscere alla città un fasto da Signoria. Di tutto questo schematico sunto storico la città conserva i monumenti.
Architettura religiosa. Il Duomo di Como è paragonabile a tutte le più importanti cattedrali italiane, conosciuto in tutto il mondo
così come gli edifici romanici di S. Abbondio e San Fedele valgono da soli una visita turistica; ci ricordiamo dei Magistri Comacini?
Inventori e personaggi. Como, come si sa, si associa ad Alessandro Volta, ma come si fa a non citare Paolo Giovio, Cosima Liszt, Antonio Sant'Elia, Giuseppe Terragni, Bruno Munari, Gianfranco Miglio, Giuseppe Pontiggia  e tanti altri per suggerire un "itinerarium studiorum" a chi è interessato ai vari filoni.
In conclusione la città ha tutte le riserve morali per riportarsi a livello di dignità socio-politica ripensando alla sua millenaria storia e non fermarsi al "Muro del pianto".
Pino Terziroli
Varese

(p.m.) Grazie per la parole d'incoraggiamento: ne abbiamo bisogno. Il problema è che fino a ieri, oltre a tutte le belle cose che lei elenca e nessuno nega, avevamo anche un lungolago con un panorama invidiato da tutto il mondo.

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