Le paratìe bloccate da una catena

Un cantiere enorme si ferma al primo intoppo


Cara Provincia
ho letto il vostro articolo sull’eventuale fermo dei lavori per la posa delle paratie. Un cantiere enorme, studiato (come più volte ribadito dall’assessore) per circa venti lunghi anni da
personale extra qualificato; costi, tempi di consegna tutto praticamente perfetto fino alla nausea
Poi d’incanto una catena un’insignificante catena può creare questo danno. Come mai nessuno studioso l’ha mai presa in considerazione?
Oppure è semplicemente stata sottovalutata.
Certo che se a circa quattro mesi dall’inizio dei lavori il primo intoppo è questo, posso immaginare che il peggio debba ancora venire.
Come mai dall’amministrazione nessuna risposta? Certo qualcuno deve assumersi la responsabilità di quanto accaduto, o si farà la fine del cantiere della piscina prolungato per oltre dieci anni.
Ti ringrazio, e faccio i complimenti a tutti i tuoi collaboratori per il lavoro che svolgono per la nostra città, permettendoci tra l’altro di poter dire la nostra.
Cordiali saluti.

Paolo Moretti
Como

Caro signor Moretti,
la storia della catena è davvero paradossale. Da un lato un privato, in rotta di collisione con l’amministrazione comunale in quanto a suo dire non è intervenuta per consentire a una famiglia di continuare a lavorare e, dall’altro, PalazzoCernezzi che ha assoluta esigenza di rimuovere l’ostacolo per proseguire. È impossibile stabilire come mai nessuno si fosse accorto prima della catena, ma forse il Comune non pensava che spostarla di qualche metro sarebbe diventata un’impresa tanto difficile. Ad ogni modo le posizioni ormai sembrano chiare e sarà il giudice a decidere. I legali di Palazzo Cernezzi hanno infatti attivato le procedure per la cosiddetta "azione possessoria". In pratica l’Amministrazione comunale chiede un decreto del giudice che porti il Comune a tornare in possesso del bene, ovvero dell’area occupata dalla catena sostenendo che non esista alcun provvedimento autorizzativo. Sarebbe quindi, secondo la tesi dell’amministrazione, "abusiva" e pertanto da rimuovere.
Insomma, per far ripartire un cantiere enorme bloccato da un’insignificante catena sembra proprio che non si possa fare a meno di giudici e carte bollate. Di sicuro, in tutta questa vicenda, non ha prevalso il buon senso.
Gisella Roncoroni
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