Antonio vota

A i risultati delle elezioni amministrative non intendo avvicinarmi, anche se dovessi venir minacciato con una pistola e quanto a proporre un commento, un’analisi o perfino un battuta, preferirei piuttosto farmi passare su un piede un’intera commissione parlamentare del Pd.

Dico soltanto - e mi fermo - che il dato dell’affluenza generale (62,14 %) conferma e perfino incancrenisce la tendenza all’astensionismo che sperimentiamo ormai da anni. Anche qui: da parte mia non avrete alcuna pensosa opinione né tantomeno un’illuminata analisi. Propongo invece un fatto: la tendenza a rinunciare al voto non può essere ascritta al signor Antonio Tassora di Beverino, provincia della Spezia.

Il fatto, apparentemente insignificante e anche, messo nero su bianco, un poco stralunato, ha in realtà una sua importanza, perché il signor Tassora ha 104 anni e a 104 anni si avrebbe anche il diritto di saltare un’elezione ogni tanto, senza che Enrico Mentana ci imbastisca sopra una polemica o Ignazio La Russa, a Porta a Porta, tempesti l’atmosfera con i suoi subwoofer polmonari.

Opportunamente raggiunto da un cronista locale, Tassora ha detto di aver «sempre votato», perché «il voto è un diritto-dovere e io intendo esercitarlo fino a quando ne avrò le facoltà». Nello specifico, il signor Antonio ha precisato di aver voluto votare per un sindaco che, spera, saprà creare occasioni di lavoro per i più giovani.

Io continuo a non commentare e non dir niente di “politico” ma, tra me e me, incomincio a pensare che il risultato più interessante di questa elezione sta nel fatto che, a 104 anni, Antonio Tassora s’è messo in tasca la sua bella tessera elettorale ed è andato al seggio. Non c’era bisogno di intervistarlo per far sentire tutti noi, pieni di infantile insofferenza, di retorica e di indignazione un tanto al chilo, piccoli e civicamente immaturi. La prossima volta, allora, meno ubbie e votiamo: altrimenti potremo scampare anche fino a 110 anni ma la nostra coscienza ci precederà sottoterra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA