Bravo ragioniere

Ci riesce facile credere che sarà l'intuizione di un grande scienziato a cambiare il mondo. Oppure la visione di un artista o, ancora, il coraggio di un giornalista. Pochi, ormai, credono nel potere della politica di cambiare (in meglio) le cose: pure, anch'essa va compresa in questo elenco. Ed è vero: da tutte queste fonti può scaturire un'iniziativa capace di modificare le nostre vite. Eppure, anche se non ci si pensa mai, per spostare le montagne non c'è forza paragonabile a quella di un ostinato ragioniere.

Prendiamo il caso di Richard Heede: tecnicamente, egli non è un ragioniere ma un geografo. Ma è proprio grazie alla sua abilità, e alla sua tenacia, nel far di conto che oggi disponiamo di un'informazione vitale. Heede si è infatti rimboccato le maniche e ha raccolto i dati sull'emissione di CO2 (anidride carbonica) nell'atmosfera. Non da ieri e neppure da ierlaltro: dal 1885. Siccome è ormai chiaro che è proprio questo gas a creare i noti problemi di riscaldamento globale, Heede ha voluto verificare quanta CO2 abbiamo emesso negli anni e, soprattutto, chi l'abbia emessa.

Prima scoperta, banale, è che le emissioni nel corso degli anni sono cresciute in modo esponenziale. Secondo dato, più sorprendente, è che per la gran parte di queste emissioni si possono ritenere responsabili, in tutto il mondo, non più di 90 compagnie. I nomi sono noti: si tratta dei “giganti” del combustibile fossile. Sorprende, semmai, constatare numeri alla mano come così pochi possano fare così tanto danno. Inoltre, ci capita di pensare alle politiche ecologiche come a un'utopia, uno sforzo disperato di convogliare infiniti interessi divergenti verso un unico scopo, ma non è proprio così: con un po' di sforzo, potremmo riunire 90 manager in una sala di medie dimensioni per poi prenderli a calci finché non promettono di fare qualcosa. Il problema è che non prometteranno mai: sanno bene di avere miliardi di quieti complici. Gente che storce il naso davanti a ogni minimo sacrificio energetico. Tutti noi, insomma.

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