Il nome del “troll”

Eviterò di fare i nomi, perché non sono rilevanti per la questione che intendo sollevare. Purtroppo, so già che tutti capiranno al volo di chi sto parlando. Comunque, proviamo.

Accade che un noto giornalista-polemista critichi, in tv, l’uscita di un notissimo uomo di spettacolo il quale ha pensato bene di dire pubblicamente come, secondo lui, si dovrebbe votare nel referendum di dicembre. Il video del giornalista che critica è stato fatto circolare in Rete dai suoi simpatizzanti accompagnato dalla seguente didascalia: «Guardate (nome del giornalista) che umilia e deride (nome dell’uomo di spettacolo). Standing ovation. Fate girare».

Dunque, umiliare e deridere - ammesso che proprio questo sia accaduto - sono diventate azioni meritevoli di diffusione e “standing ovation”. Ne prendo atto, facendo nel contempo nota mentale di schierarmi sempre dalla parte di chi viene umiliato e deriso, non importa chi sia e come la pensi.

È questa, soprattutto, un’annotazione sul linguaggio sgangherato e corrotto che oggi impieghiamo nel confronto politico. Per fortuna, sembra di avvertire segni di risveglio in non poche coscienze. Anche senza tirare in ballo la celebre uscita di Eco sul «diritto di parola agli imbecilli», molti oggi manifestano insofferenza per quelle blatte della Rete che vanno sotto il nome di “haters” e “trolls”.

Nella nuova serie del suo programma, Maurizio Crozza mette in scena un personaggio, “Napalm51”, attraverso il quale ironizza sull’incessante maneggio con cui “haters” e “trolls” riempiono il web di malignità faziose, saccenteria ipocrita e generica stupidità. In altri ambiti, si registrano iniziative per arginare e svergognare “haters” e “trolls” applicando regole di etichetta virtuale e filtri preventivi. Solo i soggetti di cui sopra, piagnucolando, possono definire «censura» tali accorgimenti, quando in realtà si tratta di sacrosanta tutela della saldezza intellettuale necessaria a ogni discussione degna di questo nome.

Ma questo “trolls” e “haters” non lo sanno: meno male che, ora, sempre più persone si impegnano a farlo loro presente. Un importante traguardo sarà poi raggiunto quando smetteremo di chiamarli “haters” e “trolls” per passare al più calzante “coglioni”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA