Il prezzo è altissimo

Io e l’economia ci stiamo simpatici più o meno come Woody Allen e Mia Farrow (quale dei due sia Mia Farrow lascio a voi il compito di stabilirlo) ma nonostante ciò di recente ha attirato la mia attenzione la scelta di Richard H. Thaler per il Nobel di settore.

Questo non perché io e Richard H. si sia giocato a biglie insieme da bambini , quanto perché nella motivazione del premio gli si dà credito per i suoi studi sull’economia comportamentale, l’unica che, per istinto, posso dire di comprendere.

In particolare Thaler ha analizzato come mai singoli cittadini, ma anche grandi corporazioni, in fatto di economia fanno spesso “scelte scadenti”. Si potrebbe osservare che tali scelte riguardano anche altri ambiti, oltre all’economia, ma accontentiamoci per il momento del particolare. “Scadente” nel linguaggio del neo-premio Nobel equivale a “catastrofico”. Nel nostro piccolo, tutti conosciamo queste “catastrofi economiche”: esse riguardano il cedimento della nostra volontà e del nostro raziocinio di fronte ad acquisti che si rivelano impulsivi e investimenti troppo promettenti per essere veri.

Tratti umani come mancanza di autocontrollo, limitata razionalità e preferenze sociali arbitrarie influenzano sistematicamente, sostiene Thalber, le decisioni individuali e le scelte di mercato. Individui e società sono impegnati con frenesia a costruire la propria rovina. E per quel poco che so di economia, sono certo di poter dire che il prezzo è altissimo.

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