Linfa civile

Nel 2002, il professor P. M. Forni pubblicò un libro sul tema della civiltà o, ancor meglio, del “vivere civile”. Quindici anni dopo, il libro ci appare disperatamente inattuale eppure del tutto necessario. La ragione, mi sembra, è che mentre tutti facciamo finta di non aver tempo per la civiltà, intesa come ostinazione a essere rispettosi e corretti anche nei piccoli gesti, anche se tutti diamo l'impressione di aver scartato queste sorpassate leziosità in ragione dell'urgenza catastrofica imposta dai tempi in cui viviamo, la verità è che di civiltà abbiamo un bisogno feroce. Si potrebbe dire addirittura che non ci serve altro.

La mia idea per oggi era però quella di lasciar spazio alla voce, che arriva dritta dal 2002, del professor Forni stesso. Dunque, procedo:

“Viviamo in un'epoca in cui si idolatra l'Io. (…) Avendo fatto dell'Io la principale preoccupazione e il valore centrale della nostra vita, non dovremmo sorprenderci del fatto che i comportamenti egoistici spesso prevalgano su quelli altruistici. Non dovremmo sorprenderci del fatto che la civiltà ne abbia sofferto. Più ci si concentra sul proprio Io e sull'autogratificazione, meno energia resta da spendere per gli altri e meno sta a cuore il benessere altrui. Siamo usciti dalla rivolta degli anni '60 e '70 con una fede più intensa nella giustizia dell'eguaglianza e nella bontà della libertà. Ciò che molti di noi stanno imparando o reimparando, adesso, è il ruolo essenziale che ha l'autocontrollo nella vita democratica. L'enfasi posta sui diritti individuali nelle democrazie avanzate rende particolarmente importante per noi l'autocontrollo. È anche per prevenire il massiccio intervento del governo e della legge nella nostra vita di ogni giorno che siamo tenuti a sviluppare una disciplina civile. In quanto sistema di autoregolazione, la civiltà assicura la sopravvivenza dell'autodeterminazione. Costituisce dunque la linfa vitale della democrazia.”

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