C’è il Lombardia: consigli per ciclisti

A due passi da casa una delle corse più importanti del circuito internazionale. Ecco dove sistemarsi per assistere da vicino al più bello spettacolo del mondo

C’è il rischio, quando si parla del ciclismo di casa nostra, di imboccare salite già percorse dalla tastiera. Ma questa, ne converrete, è una settimana del tutto particolare: vale la pena di rilanciare la pedalata e di darvi a noia. Archiviato un Mondiale a due facce – con Vincenzino Nibali grande e sfortunato protagonista – arriva a Lecco (a due passi da qui, insomma) il Giro di Lombardia che, nell’edizione 2013, è stato posticipato di un giorno dal tradizionale sabato alla domenica.

Ci saranno tutti i migliori, a partire proprio da Purito Rodriguez, terzo a Firenze e primo lo scorso anno a Lecco sotto un diluvio terribile. Da esperto (dei luoghi, mica del pedale, si capisce) mi viene da suggerirvi qualche luogo ad hoc per assistere alla corsa. A patto, si capisce, che lo si raggiunga in bicicletta.

I più coraggiosi non devono avere dubbio alcuno: il valico della Valcava è un eccezionale punto di osservazione. La si può raggiungere passando da Caprino Bergamasco, salendo fino a Torre de Busi e poi imboccando i dodici chilometri di salita che portano in vetta. Non è mica cosa semplice, a dire il vero. Stiamo parlando di una pendenza media del 9 per cento, con punte che sfiorano il 20 per cento a tre chilometri e mezzo dallo scollinamento. Si può anche arrivare da Almenno e dalla Roncola (mille metri di altezza, salita pedalabile con punte del dieci per cento per un sei-sette chilometri) e, una volta a Costa Imagna, salire in Valcava dal versante meno duro: quattro chilometri a portata di (quasi) tutti. I corridori vi passeranno a pochi passi e, se il tempo non sarà al bello, anche l’atmosfera da tregenda è assicurata visto a quota 1.400 fa già molto (troppo) freddo.

Se si volesse scegliere qualche cosa di meno impegnativo, suggerisco il valico di Sormano, ovvero dopo il celebre Muro (dove sabato andrà in scena una cronoscalata per amatori). La strada è ampia, lo spazio per assistere al passaggio non manca e la corsa – a quel punto – ha già scritto un gran bel pezzo di storia. Anche in questo caso ci sono due modi per arrivarci. Dal versante di Nesso attraverso il Pian del Tivano, innanzitutto: si costeggia il lago da Como (o da Bellagio) fino a Nesso e poi comincia una bella salita di una decina di chilometri con pendenze importanti ma mai realmente impossibili. Al Tivano, un ultimo strappo – il più duro, probabilmente – di un chilometro e mezzo fino al passo da dove peraltro, nelle giornate più luminose, si gode una vista incantevole dalle Grigne fino al Colle Brianza e al Duomo di Milano. Che non è una montagna, ma è bellissimo lo stesso.

In alternativa, bisogna raggiungere Erba, Canzo ed Asso, imboccare la salita che porta al Ghisallo e, dopo pochi chilometri, svoltare a sinistra ad un comodo incrocio, dirigendosi verso Sormano. Anche in questo caso, la salita è abbastanza lunga ma mai troppo dura. I corridori la percorreranno a venticinque all’ora. A voi (cronista compreso, si capisce) ne bastano quindici.

Tralascio gli appostamenti al Muro (sempre la stessa strada, comunque) o sul mitico Ghisallo (troppo facile) e vi propongo, piuttosto, di salire fino a Villa Vergano, vero punto decisivo della corsa. Si può salire da Galbiate lungo la salita che in sette chilometri porta a Colle Brianza. Ma anche da Oggiono, con svolta per Ello. Una volta in cima (2,5 km), all’altezza del monumento ai caduti, basta prendere per Villa Vergano: poco più di un chilometro con strade strettissime, tra un giardino ed un casa di inizio Novecento e con pendenze che arrivano al 18 per cento. Senza contare la strada che da Calco e Olgiate Molgora, attraverso Santa Maria, porta verso Nava e Ravellino di Colle Brianza, forse la più facile da utilizzare per arrivare a sedere in “tribuna”.

I corridori arriveranno sul Villa Vergamo stremati da 250 chilometri di fatica ma, proprio per questo, trovarsi dietro le transenne vi regalerà emozioni forti. Li avrete a dieci centimetri di distanza, mentre sbuffano come locomotive, ben sapendo che – una volta scollinato – ci saranno soltanto nove chilometri di discesa (più dura della salita) per arrivare sul lungolago di Lecco e sotto lo striscione di arrivo.

Negli ultimi tre anni non mi sono fatto mancare nulla. Ho seguito la corsa interamente in auto con il mio amico Aldo Arnaudo a fare da primo pilota ma anche stando “stanziale” proprio al Villa Vergano e sulla Valcava, sotto il diluvio. Al ritorno a casa, ogni volta, ho trovato le mail degli amici a magnificarmi le riprese televisive (“ma davvero vivi in un posto tanto bello?”). Ed io a blaterare frasi di circostanza, a dire che “sì, in effetti non si sta male” e che comunque “la terra madre si vede con occhi diversi”…

Quest’anno, mi sa tanto che mi metterò davanti alla televisione per godermi l’azzurro del cielo di montagna e il blu del lago. Così, per vedere l’effetto che fa.

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