Il cielo in cima alla salita

Il cielo in cima alla salita

Felice Gimondi è un distinto nonno bergamasco nato un lontano 29 settembre. Come Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani, per fare un paio di esempi, ma con la differenza che il termine “pedalare”, durante la sua vita, ha avuto un significato letterale. Se non temessi di apparire irriverente, potrei anche dire che è uno di noi. Con qualche triplete di differenza (Tour, Vuelta e Giro), ovviamente. Ebbene, proprio a questo grande campione è stato dedicato il Giro di Lombardia che il 29 settembre prossimo – con qualche settimana di anticipo rispetto al calendario – si correrà da Bergamo (la città del campione) fino a Lecco, dove per il secondo anno consecutivo è stato posto il suggestivo arrivo sul lungolago.

E’ la più bella delle classiche, il Lombardia, e non ci sarà alcuno a convincerci del contrario. Lo scorso anno, a bordo della vettura de Il Cittadino, lo abbiamo seguito passo passo lungo 250 chilometri di fatica. Quest’anno sarà anche peggio perché c’è pure il muro di Sormano, 2.5 chilometri con punte del 30%, che va ad aggiungersi alla raffica di salite già in programma. A partire dalla Valcava, la vetta più dura della Provincia di Lecco, alla quale si arriva proprio da Bergamo: 12 chilometri al 9 per cento medio (con punte del 20%) che nel 1988 – come racconta la storia – costrinsero anche Laurent Fignon a mettere il piede a terra, prima di intimare agli organizzatori di toglierla dal percorso una volta per tutte.

Rientrata lo scorso anno – con il Lombardia prima e la tappa dei Pian Resinelli poi – la Valcava sarà la prima delle ascese. Poi toccherà al Colle Brianza, al Sormano, al Ghisallo e – a 10 chilometri dal traguardo – al Villa Vergano, un’altra manciata di chilometri al 20 per cento e passa. Al traguardo non arriveranno più di 50 concorrenti e tanto basta per sintetizzare la magìa di una corsa ben riassunta nello slogan: il cielo è in cima alla salita. Ci sarà Gimondi, ovviamente, e ci saranno i campioni di oggi e di domani. E ci saranno soprattutto migliaia di appassionati, incuranti di polemiche e veleni. Il ciclismo rimane lo sport del popolo, la fatica più pura. E pazienza se l’aggettivo, alla luce degli scandali doping, suoni come minimo un po’ stonato. Per noi ciclisti della domenica è uno spettacolo imperdibile. Il mio programma è già pronto: mattinata in Valcava (da raggiungersi in bibicletta), rientro da Torre de Busi, passaggio al Colle Brianza e poi lunga attesa in cima al Villa Vergano. Non sarò al traguardo ma non importa: in televisione non si vede il sudore rigare il volto stravolto di tanti ragazzi dai polmoni grandi e dalle gambe forti. Chi viene?
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