Il primo colpo di pedale

Quando si dice la fortuna: la giunta di Magreglio vuole aggiungere il nome di Ghisallo al paese. Proprio quello che avevamo auspicato la scorsa settimana. Per salvare un museo e la nostra storia

Quotidiano «La Provincia di Como», venerdì 8 novembre, pagina 36. Potete leggere un interessante articolo dedicato alle vicissitudini del museo del ciclismo ideato e realizzato dal monzese Fiorenzo Magni. Articolo nel quale si annuncia che la giunta di Magreglio – il comune dove sorge – ha l’intenzione di modificare il nome del paese. Aggiungendovi la parola magica di Ghisallo e, oltretutto, dedicando il piazzale che vi si trova di fronte proprio al nostro Leone delle Fiandre.

Insomma, quanto avevo scritto appena quattro giorni prima su questo blog, andando a rilanciare in salsa locale una delle tante idee sul tappeto per evitare la fine di questo campionario delle due ruote.

Visto che il sindaco di Magreglio non è un mio parente – così, giusto per sgombrare il campo dagli equivoci – non resta che brindare al colpo di fortuna della tempestività e della preveggenza. E al buon senso degli amministratori che hanno mosso un primo importante passo verso il salvataggio e il rilancio della bombonera del ciclismo.

Qualcosa si è mosso anche sul fronte politico, grazie all’assessore regionale allo sport Antonio Rossi, campionissimo e olimpionico della canoa in quattro diverse edizioni, residente a Lecco e tanto amante delle due ruote da farsi (in estate) Lecco-Milano in bicicletta tutti i giorni per raggiungere l’ufficio. Con il presidente della Fondazione Zomegnan ha ipotizzato una cronometro o l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia, non potendo la Regione garantire – per ovvie ragioni di bilancio – la gestione della struttura. Per ora va bene così, si capisce.

Ma che il museo debba entrare nel cuore di chi lo ha in cura e non soltanto dei ciclisti, me lo chiarito anche un amico che, commentando il blog della scorsa settimana, mi ha girato una testimonianza significativa. «Dispiace quando una cosa bella che abbiamo fuori casa, (poi per noi ciclisti) come il museo del Ghisallo vada in questa direzione. Pero’ ti devo dire anche questa. Nel mese di luglio ho accompagnato alcuni turisti stranieri mostrando loro le bellezze del nostro territorio, (tanti di noi non se ne sono ancora accorti) erano turisti americani, da loro i molti appassionati delle due ruote fanno la fila per poter visitare i nostri luoghi. Primo fra tutti il lago di Como e il Ghisallo, oltre le famose salite, Stelvio, Moltirolo, Gavia ecc. Alle 17.20 arriviamo al museo, risposta della segretaria: “Alle 17.30 si chiude”. Ho supplicato l’addetta, minacciandola che all’indomani avrei sollevato un polverone a chi di dovere. Tutto in presenza di questi ospiti. Poi siamo entrati! Come la mettiamo con questa situazione?».

La mettiamo male, naturalmente, caro il mio Sergio. Anche per questo la scorsa settimana, avevo auspicato che si muovessero le numerose società sportive del territorio per l’organizzazione di una gran fondo internazionale del Ghisallo, piena di fascino e di richiamo, che renderebbe assai più di un estemporaneo passaggio di un giorno della carovana dei professionisti. Certo le difficoltà (burocratiche, viabilistiche, organizzative) sarebbero enormi ma qui c’è tutto – a partire da passione e volontà – per riuscirci. Scommettete che poi non ci sarebbe più alcun impiegato con la minestrina sul fuoco a sbarrarci la strada?

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