Ma mi faccia il chip

Ma mi faccia il chip

Suona un po’ come quella famosa cioccolata da spalmare: che Ferragosto sarebbe senza il Ghisallo? A onor del vero, nel tentativo di evitare l’onda lunga dei non-vacanzieri alle prese con la grigliata mordi e fuggi, ho deciso di anticipare la salita alla domenica precedente. Meno complicazioni e meno barbecue lungo le sponde del lago tra Lecco e Bellagio, venti chilometri dove pare di sedere a tavola già alle 9 del mattino, con il caffè e la marmellata non ancora del tutto digerita.
Ma anche queste vampate di salsicce fumanti – mi chiedo se davvero le mangiano alle dieci della mattina o se le mettono nella borsa per attendere l’orario dei mortali – fanno parte del paesaggio estivo di questa suggestiva sponda del lago, un su e giù che per i ciclisti della domenica rappresenta il preludio al piatto forte della giornata. La salita del Ghisallo, ovviamente, che comincia dopo lo strappetto di San Vito e l’illusoria discesa fino alla rotonda. Si parte, dunque e dopo tanto pedalare estivo – perdonate l’immodestia – pare che qualcuno sia passato con una ruspa a dare una bella spianata a quella che, fino a qualche mese fa, era una rampa del Mortirolo. Meglio così, naturalmente. C’è più tempo per godersi la meraviglia dei due rami che si dividono, la punta spartivento e la frescura del bosco. A Civenna, poi, è come ritrovarsi nel sabato del villaggio. Il sole senza nuvole consente all’occhio di avventurarsi fin quasi a Lecco e c’è da capire perché i turisti – tra un salto all’edicola, lo spritz con il bianchino e il pane fresco – sembrino tutti di buon umore. Leggo, sui giornali del luogo, che hanno speso un pacco di soldi per ideare un chip dedicato ai ciclisti che vogliono ritrovare on line le loro performance in salita. Capisco, a ruota, il senso di quello start e di quel finish disegnato con troppa precisione sull’asfalto. Mi sfugge, invece, il senso complessivo dell’operazione. A parte il fatto che la mia Bianchi – come tutte le bici amatoriali degne di questo nome – ha un cronometro-cardio-contacalorie di indubbia efficacia ed al quale manca solo il Nespresso, mi ritrovo a pensare che a me importa assai poco di solleticare telematicamente il mio ego pseudo-sportivo. E per capire se sono in forma, mi basta il sacerdote che ogni domenica dice messa nella chiesetta della Madonna del Ghisallo, lui tra le bici e le maglie dei campioni e noi fuori sul piazzale. Quando arrivo sul sagrato, di solito, è più o meno al Padre Nostro. Domenica, e scusate l’immodestia, aveva appena concluso l’omelia. Ho fatto in tempo a gonfiare il petto d’orgoglio. E, probabilmente, ad eccedere nell’entusiasmo con il collega a fianco al momento dello scambio del segno di pace. Questa sì che è una soddisfazione. Vorrai mica paragonarla ad uno stupidissimo chip?
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