Mamma, faccio la Nove Colli

Mamma, faccio la Nove Colli

Mamma, mi sono iscritto alla Nove Colli. Non è proprio come perdere l’aereo ma un po’ di ansia l’avverto già, anche se mancano sei mesi all’appuntamento del prossimo 19 maggio. Chi segue questo blog e mastica un po’ di bicicletta, sa bene che mi riferisco ad una delle più importanti manifestazioni di “genere”. E certo la più frequentata: 12 mila iscritti (vige il numero chiuso), trentamila domande di ammissione da Bologna a Melbourne, cinque ore cinque per completare la griglia dei partecipanti. Ma, soprattutto, ci sono i nove colli da scalare nella Romagna più bella, quella che va da Cesenatico a Riccione e che resterà per sempre la patria del Pirata più amato del mondo anche se non ha mai calcato una barca.
Iscritto, dunque. Il buonsenso ha avuto la meglio sul delirio di onnipotenza di noi anziani ciclisti della domenica e, alla fine, mi ha indotto a scegliere il percorso breve – si fa per dire – di 130 chilometri, che non sono esattamente bruscolini neppure in macchina e figurarsi in bicicletta. L’idea di partecipare mi frullava in testa da qualche anno, da una bellissima gran fondo del 2007 organizzata a Lecco e rimasta – ahimè – edizione unica per mille problemi (irrisolvibili) di viabilità e, forse, perché tutti parlano di mobilità sostenibile ma poi si attaccano al clacson se vedono una bicicletta davanti al paraurti.
Vuoi il tempo che scarseggia, vuoi un po’ di inconscia codardìa, vuoi un eccesso di modestia applicata alle pedivelle, ho sempre glissato. Adesso ho rotto gli indugi perché queste maree di cerchioni e di magliette colorate, in un fiume di poco igienico sudore, mi hanno sempre fatto venire la voglia. E poi mi piace un giornalista che racconti qualcosa di cui scrive (a tempo perso) direttamente dal vero. Non dico che tutti i cronisti di calcio debbano avere un curricula alla Maradona ma è pur vero che un dietologo con una pancia così non mi sembra molto rassicurante.
Manca molto tempo ma ci sarebbe anche tanto allenamento da fare. Per ora mi dedico alla logistica. Al mio amico Stefano Giuliodori che ha un hotel per ciclisti a Riccione (il massimo) e al quale chiederò sicuramente ospitalità, alla maglietta da indossare (sempre quella del mio amico, mi sa…), ai trastullamenti della vigilia, alla colazione da fare all’alba della gara (si parte alle 6), alla telecamerina per fare qualche ripresa in corsa. Ci sarebbe anche una gran fondo da correre ma per quello c’è tempo. Sono o non sono un ciclista della domenica?
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