Se la crono di Veduggio vale il Lombardia

E’ andata anche quest’anno. Ed è andata benissimo, l’edizione 2013 del Giro di Lombardia alla faccia del brutto tempo e dei soliti quattro gatti che hanno subito lanciato strali, spiegandoci che «dopo tre anni, si può anche calare il sipario sull’arrivo a Lecco che paralizza una città, danneggia il commercio» e via tromboneggiando.

Non so come la vedano a Lecco, ma fossi in un monzese metterei la firma sulla possibilità di avere un simile ritorno di immagine. Centinaia di articoli di giornale, tre ore abbondanti di diretta televisiva sulla Rai, decine di zoommate su lago e montagne… tutta roba che, tradotta in soldoni, costerebbe quanto tre Imu. Come vi avevo annunciato, mi sono gustato la corsa in televisione anche se – lo ammetto – non ho resistito alla tentazione di presentarmi (armato della mia Bianchi) alla partenza di Bergamo. Ho trascorso un’ora piacevolissima, fianco a fianco con centinaia e centinaia di persone. Ma soprattutto accanto ai campioni del ciclismo, tanto mostruosi in corsa quanto modesti prima del via. Pronti a ringraziarti – loro - se gli chiedevi di metterti in posa per la foto ricordo a dieci minuti dalla partenza e con lo speaker del foglio firma che ne reclamava la presenza sul palco. Questa è la differenza (ne sono sempre più convinto) tra il ciclismo e un sacco di altri sport, magari più celebrati ma assai meno popolari. Ovvero del popolo, nel senso più letterale del termine.

La stessa atmosfera che si respirava mercoledì al Binario 7  di Monza in occasione della serata in onore di Giorgio Albani, classe 1929, attuale presidente del Pedale Monzese dopo essere stato un grandissimo professionista ai tempi di Coppi, Bartali e Magni. La cronaca della serata la trovate sul sito internet (www.ilcittadinomb.it) ma gli occhioni lucidi di questo elegante gentiluomo in giacca, cravatta e pullover a V come si usava una volta, mi hanno davvero fatto tenerezza. E che lucciconi quando si è materializzato al telefono il grande Eddie Merckx, che Albani ebbe alle sue dipendenze quando faceva il direttore sportivo. E’ la magìa della bicicletta che passa attraverso mille insidie ma che colpisce direttamente al cuore. Proprio ieri, la newsletter della Nove Colli – la più imponente manifestazione amatoriale alla quale ho immeritatamente partecipato lo scorso anno – mi ha informato che il 5 novembre si apriranno le iscrizioni (a numero chiuso fissato in dodicimila partecipanti) per la gara del 18 maggio 2014. Basteranno pochissime ore per avere almeno trentamila richieste e questo autorizza ogni speranza per il futuro, al di là di mille articoli.

Che tristezza, lo capirete, essere costretti a sentirsi di troppo quando sulle nostre strade, cerchiamo di scaldare la gamba e di infilare una manciata di chilometri. Tutti lì a strombazzare, a maledirci fino alla settima generazione, a urlarci di stare a casa a dormire… E hai voglia a consigliare a tuo figlio di lasciar stare la Play Station e di venire a sgranchirti le gambe su qualche cavalcavia dei dintorni. Come infilargli in mano, di questi tempi, una pistola senza la sicura. A maggior ragione, mi piace segnalare l’iniziativa che mi ha segnalato l’amico (lo è, anche se lo conosco soltanto tramite mail) Sergio Cattaneo. Si tratta di una gara a cronometro denominata “Adulto e ragazzo” che si terrà a Veduggio con Colzano domenica 20 ottobre. Un modo per pedalare insieme su un circuito cittadino della lunghezza di 2 chilometri e per avvicinare le nuove generazioni alla meravigliosa  fatica delle due ruote. L’organizzazione è dell’Associazione Amici per lo Sport di Veduggio in collaborazione con l’Uc Costamasnaga (un’istituzione in materia, credetemi sulla parola) e per le iscrizioni basta mandare una mail ad [email protected]  Bravi, così si fa.

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