Aumento per tutti, beati quelli di Google

Aumento per tutti, beati quelli di Google

Che meraviglia le notizie che mettono di buon umore. Anche se l’aumento non lo danno a te e ai tuoi colleghi, ma ai 23mila dipendenti di Google. Almeno vuol dire che il mondo non sta andando a rotoli, che nessuno venderà mai più niente, che i bambini a scuola finiranno di imparare l’alfabeto in quinta elementare visto che il Governo gli ha tagliato anche le lettere dell’alfabeto. Arrivano i soldi, almeno per i googler. Non ci troveremo tutti senza luce, gas e pane. Mal che vada andremo tutti a lavorare a Google. Ora, scherzi a parte, ci sono 23mila persona che in un bel momento della giornata hanno visto nella loro casella di posta l’email dell’amministratore delegato della loro azienda. Già una cosa così ti mette un po’ in soggezione, poi – la legge di Murphy insegna – non è che ti immagini che ti stia scrivendo per dirti quanto sei bravo. In quei secondo in cui metti a fuoco il suo nome, ti immagini il peggio, la catastrofe, i tagli, licenziamenti.
E invece no. E invece Schimd comunica un aumento del 10 per cento dello stipendio. Roba da cadere dalla sedia se non fosse che nei film americani, in un momento così, le sedie andrebbero tutte indietro con 23mila persone con le braccia alzate che gridano per la gioia buttando tutti i fogli all’aria. «Vogliamo che vi sentiate remunerati».
Ecco, appunto, le belle notizie. Google teme che i suoi dipendenti fuggano a Facebook, così non solo li ricompensa con più soldi ma offre loro anche un bonus. Soldi, e non pacche sulle spalle, in un periodo dove non bastano mai a nessuno. E soldi per tutti, così nessuno si sentirà escluso o sminuito o poco valorizzato. Chissà cosa succederebbe se domani agli operai della Fiat arrivasse un’email uguale.

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