Blumarine suona la carica

Blumarine suona la carica

Ci sono sfilate che andrebbero dichiarate patrimonio nazionale dell'umanità. Andrebbero inserite tra le meraviglie del mondo e conservate in un juke box dei capolavori sotto la voce: felicità.
La sfilata di Blumarine con gli abiti della collezione primavera estate 2011-2012 è una di queste. Nel periodo di crisi più nera dove non si parla di altro che di spread alle stelle, Borse a picco insieme alle navi e al coraggio dell'umanità, Anna Molinari ha fatto qualcosa che definire strepitoso è poco. Ha riempito le sue modelle di fiori, frange, orecchini, braccialetti, cinturini, strass, cinturi, disegni, fantasia, tute, colli, capucci, collane di fiori. Arancio. Verde. Viola. Bianco che brilla come la luna. Nero che luccica come il mare di notte.
Sandali con le frange che si arrampicano sul piede e intorno alla caviglia. Così i piedi danzano, sembrano pupazzi, mentre le modelle camminano. Facendo dondolare i fiori che hanno alle orecchie o quelli che adornano le collane.
Un sogno, al ritmo di musica latina. Un ritmo che rimane nelle orecchie e come una specie di mantra scaccia via ogni paura.
Pari pari pa pa. Via il mostro del Paese in default.
Pari pari pi ri pi. Via l'incubo dei morti sulla Costa Concordia.
Pari pari pa pa. Via le lacrime e il sangue della manovra Monti.
Pari pari pi ri pi. Via i timori della recessione.
Bianca Balti di bianco vestita con mini abito e cappuccio sembra un angelo che riporta il pensiero lontano da quel color fango che quest'inverno ha monopolizzato perfino gli smalti. E la borsa arancione con le frange dei gonnellini hawaiani non è solo qualcosa che bisogna assolutamente comprare (perché in una sfilata così ci sono almeno 50 cose che bisognerebbe assolutamente comperare anche a costo di lasciarle nell'armadio e ammirarle ogni mattina), ma è anche un inno alla vita. Un richiamo al sole, non solo quello delle spiagge dove si potranno indossare le creazioni di Blumarine, ma al sole dell'ottimismo. Le svolte nella vita arrivano anche da messaggi come questo. Che vanno nella direzione opposta dell'austerity e del risparmio. Quando le cose vanno male, è il momento di tirare fuori la merce. E gli unici prodotti che funzionano nei tempi di crisi sono i sogni. Che siano quadrati come una tavoletta chiamata I pad o pieni di fiori, colori e frange come gli abiti creati da una signora che sembra una bambola, ma ha il talento di un gigante. Diceva Einstein: è in tempo di crisi che si dà il meglio. Aveva proprio ragione.
Pari pari pa pa.
Pari pari pi ri pi.
Anna Savini
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