Coppola, quella gente vera come il cibo

Più che un menù di nozze, sembra la somma dei piatti di tutti i ristoranti di Matera. Qualcuno sarà stato male per forza al matrimonio organizzato a Francis Ford Coppola, magari non la figlia Sofia che a vederla così non tocca cibo né il marito Thomas Mars, ma qualche altro invitato sì. Perché Coppola, per festeggiare il ritorno alle origini, ci ha fatto mettere di tutto, nel menù. Che anche a essere golosi e affamati, si rischia l'indigestione già solo leggendo gli antipasti. Mozzarella, ricotta, caciocavallo, prosciutto e fichi, soppressata e salsiccia secca, peperoni, fagiolata, cozze, polipetti e calamari fritti. A questo punto servirebbe l'Alkaseltzer. Invece si va avanti: maccaroncini e orecchiette, pesce al sale, maialino arrosto, scarole polpette di lampascione, fave, fiori di lampascione fritti, melanzane e zucchine fritte, carboncelli mollicati. Pinzimonio di verdure per chi non vuol mangiare niente e solo fare a finta. Chi arriva vivo alla torta vince. Sarebbe bello scoprire anche il menù di Petra Ecclestone, figlia di Bernie, ma così a naso sarà raffinato quanto la filiforme figlia. Il pranzo di Coppola, invece, è a sua immagine e somiglianza. Simpatico e in braghe corte, con polo fucsia e camicia bianca. Il re della regia che diventa un signore di paese, con uno di quei nomi (Bernalda) di cui di solito, da grandi ci si vergogna. Loro, invece, da qui sono venuti e qui sono ritornati. Perché Los Angeles la conoscono e Hollywood la dominano. Ma come ha mostrato Sophia in «Somewhere», quel mondo è niente, vuoto siderale, un'anima svuotata dalla noia. A Bernalda, invece, la gente ha ancora un viso, magari coperto di rughe, magari senza denti, ma è questo il punto. La gente è vera. E non di botox e effetti speciali. Vera e genuina come tutto quel ben di Dio che c’è da mangiare.
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