Louis Vuitton, un sogno che scende dal treno

Louis Vuitton, un sogno che scende dal treno

Che si tratti di un avvenimento speciale si capisce già dall'attesa. Un pendolo con i numeri romani e la scritta Louis Vuitton che scandisce il tempo. All'evento mancano. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc. Toc
Si resta come ipnotizzati in attesa di un sogno che presto si materializzerà. E quando arriva il momento della collezione autunno inverno 2012-2013, il sogno è ancora più bello di qualunque aspettativa.
L'orologio è sopra un binario. La scena è al buio. Da una galleria esce il vapore di un treno antico e il suo fischio annuncia il suo arrivo. E quando la locomotiva esce alla luce inizia lo spettacolo.
Dal treno scendono le modelle, con cappelli enormi, tacchi e zeppe che risuonano come zoccoli di legno, pantaloni e cappotti. Tessuti preziosi e bottoni che sembrano gioielli. Broccati e ricami per un treno che ricorda più L'Orient express del Tgv. E infatti le signore hanno tutte un facchino personale. Un portaborse in livrea. E che borse. E che valigie. E che classe. E che sogno. Tra pelle e coccodrillo, ma anche Swarosky e strass, un sogno d'altri tempi. Si resta incantati dalla colonna sonora che assomiglia molto a quella di The illusionist e forse è proprio la stessa.
Il fatto di vivere nel 2012 e non nell'Ottocento, per fortuna, ha un pregio. Che le sfilate si possono guardare dal computer. Ed è come andare al cinema. Non deludono mai. Il problema è che non si può comprare tutto. E forse neanche una di quelle valigie portate dai fattorini. Ma ringraziare non costa niente. E se le creazioni di Marc Jacobs non sono alla portata di tutti, lo spettacolo offerto da Louis Vuitton, per fortuna, sì.

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