Medaglia di seduzione

Medaglia di seduzione

Manca giusto una medaglia, alle Olimpiadi, quella di seduzione. Ma non c'è problema. La assegnano i ragazzi a ogni inquadratura. Finora vincono le medaglie di bronzo pari merito nel judo Rosalba Forciniti e Priscilla Gneto. La calabrese ha conquistato tutti in pedana, mentre i capelli si spettinavano sempre di più e il kimono non ne voleva sapere di stare allacciato. Quando ha festeggiato mostrando la scritta sulla maglietta (Le brave ragazze vanno dappertutto, le cattive vanno a Londra) gli uomini hanno esclamato qualcosa di poco romantico, traducibile, in maniera più romantica con «Quella lì me la porterei a letto». Stesso commento per la francese mentre le mettevano al collo la medaglia. Prima lo stesso apprezzamento era stato riservato alla Cagnotto nostante il quarto posto.
La medaglia della seduzione non si nega a nessuno. Basta essere interessanti, magari neanche troppo belle, anzi se scontrose, combattive e dall'aria reticente meglio ancora. Gli uomini hanno già pronto il film.
Le donne invece commentano gli atleti, ma più distrattamente. Non si perdono i capelli biondi dell'arciere americano, misurano le spalle di tutti i nuotatori, valutano le natiche dei velocisti, analizzano i denti di tutti come quelli dei cavalli, applaudono i riccioloni e bocciano le pelate, ma alla fine non si immaginano un bel niente. Le donne, si sa, sono più pratiche. Basta un "che bello quello lì", poi avanti il prossimo. Per assegnare la medaglia di seduzione maschile devono così passarne di candidati.

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