Se la smettessero di chiedere soldi

Se la smettessero di chiedere soldi

Sembra un paese di accattoni. Non sembra. E'. All'improvviso lo Stato rivuole indietro il bonus bebè, l'Inps le pensioni, Tremonti le tasse di chi non ha soldi e deve coprire i fondi di chi i soldi ce li ha e le tasse non le paga. Non bastasse. Il gas ha costi da depressione, la benzina continua ad aumentare al galoppo senza che nessuno si lamenti sul serio e fermi il salasso. Aumentano le bollette di luce e acqua, mentre le aziende si affannano a proporre offerte che si riveleranno sempre inutili. Come quelle della telefonia mobile, del resto. Che anche quando sono convenienti - è dimostrato - sono dieci volte quello che si paga in altri Paesi d'Europa. Che i soldi sono finiti lo si sa fa un pezzo, ma adesso stanno tutti raschiando il fondo. A partire dallo Stato che dovrebbe tutelare le fasce più deboli e invece continua a tagliare anche a loro, sempre alla scuola, adesso anche alla sanità con un bell'aumento dei ticket. Cos'altro? La spesa è diventata proibitiva ancora prima che arrivasse la crisi, quando c'è stato il passaggio lira euro. Quello che avrebbe dovuto renderci più ricchi e ci ha affossato definitivamente. E' un grido generale di un Paese in bolletta, mentre lo Stato cerca di spremere i cittadini, ma i cittadini stanno già facendo il massimo. Quelli onesti cercano di risparmiare pagando le bollette e poco altro gli avanza. Quelli disonesti si parcheggiano in appartamenti in affitto (che non pagheranno), si fanno dare soldi dai Comuni (che non gireranno al padrone di casa). I cittadini onesti che vogliono diventare di colpo disonesti finiranno in galera o schiacciati dal peso del rimorso. Succede anche questo, di questi tempi. Che un fornitore scappi con i soldi, e poi si uccida quando viene scoperto. Si spera che almeno gli Stati Uniti non vadano in bancarotta. O la deriva dell'Italia sarà più veloce e disastrosa di una frana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA