Chi si rivede, lo stile “lady”

Il sexy? Rottamato con costrizioni, spacchi e scollature. La nuova femminilità portata in scena sulle passerelle milanesi è dolce, delicata, romantica. Tornano per l’inverno le tinte confetto.

Una vera sorpresa il rosa, colore trend della collezione Prada che sprona ad abbandonare il nero per virare verso una palette soft-pop, dove il pink si mescola con il verde pistacchio e l’azzurrino.

La stilista come sempre fa da battistrada al nuovo, non riesce proprio a ripetersi, anche perché quello che propone ogni volta in sfilata viene regolarmente copiato. E allora ecco l’inaspettato, uno chic zuccherino per giovani signore perfette, che emanano un fascino magnetico. La gonna mai troppo corta, il top con baschina, il pantalone leggings in un jersey gonfio, geneticamente modificato che assomiglia a neoprene. Materiale frutto di assolto ingegno che suggella sartoriali abitini senza maniche, due fiocchi piatti sulle spalline, maxi spilla gioiello appuntata sul petto, lunghi guanti in struzzo da deb al ballo. Miuccia Prada parla di glamour Ogm per spiegare la sua irresistibile trasformazione del classico guardaroba bon ton, di quello stile bourgeois di cui la stilista ha sempre marcato una notevole distanza.

Inno al lusso chic anche la collezione Fendi. Pannelli liberi, incastrati come cornici o maxi tasche trasformano in opere d’autore cappotti e gonne, con uno sguardo al lavoro dell’artista Sophie Taeuber-Arp. Prodigi di artigianalità le pellicce intarsiate, costruite con materiali diversi. Capi- design i piumini imbottiti e gli abiti stretti sotto il seno da una cintura, indossati a pelle come un involucro cocooning.

Ancora percorso d’arte da Costume National, direttore creativo Ennio Capasa, altro mecenate che ha deciso di promuovere artisti italiani di nuova generazione. In passerella irrompe il nero come momento di ripartenza, di reset per scrivere una nuova pagina estetica. Maschile e femminile tornano in campo in rigorosi completi a righe metalliche, abiti notturni bordati di ruches, paltò abbinati a grafici gilet e gonne di piume. Boots appuntiti e borse con piercing d’argento.

E sempre dall’esigenza di guardare avanti nasce l’atto di coraggio di Donatella Versace. La stilista chiude con gli archivi e fa un restyling della celebre greca identificativa del brand che diventa #Greek, con emoticons. Web logo stampato e ricamato su abiti, bomber, cinture e perfino incisa nelle suole metalliche di infiniti cuissard che sfiorano l’orlo dei geometrici mini dress. Cambia il logo, ma la fisicità rimane l’elemento di sutura tra passato e futuro nella femme Versace. Così come le lettere del marchio ricamate sulle tunichette da sera, ricordo di una delle più belle collezioni di Gianni, di un vocabolario estetico che non può essere del tutto archiviato.

Nero e grigio, interrotto da flash di rosso da Emporio Armani. «Alle donne d’oggi piace vestire un po’ da maschiette pur senza rinunciare a un tocco di femminilità. La romantica sdolcinata non è in linea con lo spirito del tempo».

King George prende le distanze dall’emergente mood facendo sfilare ragazze toste, che sanno quello che vogliono e non hanno paura di combattere per ottenerlo. Piene di personalità anche nel vestire, tanto da sfoggiare un pantalone bombato sui fianchi e corto alla caviglia sotto giacche ingentilite da piccoli fiocchi o da volant, gli stessi che ornano le tracolle di borsellini e mini bag. Le macchie di colore sono imprigionate in disegni Ikat, ricordi d’Oriente cari ad Armani.

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