Città italiane poco ecologiche:
rifiuti, bus, auto sotto accusa

Nonostante sia il business e la politica del futuro, le nostre città sono ancora poco ecologiche. Al Nord va meglio, ma si cresce ancora poco su riciclaggio, pulizia dell'aria, trasporto pubblico, aree pedonali

Trasporto pubblico poco attrattivo, zone a traffico limitato rimpicciolite, congestione da quattroruote che non migliora, salgono solo dell'1% l'efficienza della depurazione dell'aria e del 2,8% la raccolta differenziata che lascia l'insieme delle città ferme al 27,19%, lontano dal 50% che andrebbe assicurato entro il 2009.
Più ombre che luci, quindi, nelle politiche ambientali urbane messe in campo dalle città italiane, che sono ancora lontane dallo sfruttare le opportunità, anche economiche, offerte da una più attenta e lungimirante gestione dei rifiuti, della mobilità, dell'energia.
Uno scenario statico in cui spiccano le performance di Verbania (prima), Belluno, Parma, Bolzano e Siena, che occupano i primi cinque posti della classifica, così come risaltano in negativo gli eco-risultati di Catania, Crotone, Agrigento, Frosinone e Caltanissetta adagiate sul fondo della graduatoria.
Sono i risultati della XVI edizione di Ecosistema Urbano di Legambiente, il rapporto annuale realizzato con la collaborazione scientifica di Ambiente Italia e il contributo editoriale de Il Sole 24 ore.

Primeggia il Nord ma non Como
La ricerca vede primeggiare ancora una volta solo comuni del centro-nord, mentre il Meridione resta indietro, anche se qualche municipio inizia a muoversi: tra i primi 42 classificati di quest'anno ci sono infatti quattro comuni del Sud: Salerno (34ma), Campobasso (39ma), Potenza (40ma) e Matera (42ma). In generale, tuttavia, gli ultimi posti della graduatoria rimangono monopolio del Sud Italia, con qualche new entry negativa proveniente dal Nord, come Como (86ma) - posizione "conquistata" in quanto il Comune non ha inviato i dati accusando Legambiente di non essere obiettiva - o Imperia (87ma). Nelle ultime venti posizioni sono rappresentate ben otto regioni italiane, ma è la Sicilia la maglia nera: tutti e nove i suoi capoluoghi di provincia sono infatti piazzati in fondo. Seguono Calabria e Lazio (con tre città ognuna), poi con un capoluogo ciascuno Sardegna, Molise, Liguria, Lombardia e Campania. Secondo Legambiente il contesto è "generalmente statico", ma tra i capoluoghi di provincia si distinguono le buone pratiche di città "lepre", "formica" o "gazzella". Tra le lepri compaiono sicuramente Verbania e Novara che, con percentuali di raccolta differenziata superiori al 70%, hanno già raggiunto con netto anticipo l'obiettivo del 65% fissato per il 2012 dal decreto sul recupero dei rifiuti. 

Lecco "lepre"
Veloci nell'avviare un ciclo virtuoso in questo campo sono state anche Asti, Belluno, Rovigo, Gorizia, Lecco, Trento, Bergamo, Treviso, Alessandria, Biella (tutte sopra il 50% di raccolta differenziata, il target da conquistare entro la fine di quest'anno). Ci sono poi città che, come formiche, hanno saputo costruire nel tempo zone a traffico limitato significative, sviluppato una buona mobilità ciclabile, organizzato un servizio di trasporto pubblico che - relativamente al dimensionamento del territorio comunale - offre discrete performance. Siena soprattutto, ma anche Mantova, Pisa, Verbania e Firenze hanno estese zone a traffico limitato.

Regioni ciclistiche
Mentre è tra Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte che si è sviluppata meglio una mobilità ciclistica, vera alternativa all'automobile per gli spostamenti in città: tra le migliori, in questo campo, compaiono Reggio Emilia, Mantova, Lodi, Vercelli, Ravenna, Cuneo, Ferrara, Modena, Piacenza, Cremona e Forlì. Tutte con più di 20 metri equivalenti di ciclabile ogni 100 abitanti.

Città "tartarughe"
L'altra faccia dell'Italia degli ecosistemi urbani, disegnata dal rapporto di Legambiente, è quella delle "città tartarughe": quattro città siciliane, Messina, Catania, Palermo ed Enna che raccolgono in maniera differenziata un decimo di quello che dovrebbero. In questa parte del Paese non mancano neanche le cicale, che cantano annunciando prodigiosi interventi antitraffico, ma hanno un trasporto pubblico praticamente inesistente (Vibo Valentia, Crotone e Latina), zero zone a traffico limitato (una ventina di capoluoghi in tutto), una ciclabilità inesistente o ridotta all'osso (Napoli o Potenza ad esempio). Per non parlare poi delle città elefanti, legate a filo doppio alle fonti fossili (e qui l'elenco è lunghissimo).

Classifica finale
Scorrendo la classifica finale di Ecosistema Urbano, Verbania scala dal IV posto dello scorso anno si aggiudica il podio, grazie a significativi miglioramenti nelle medie del Pm10, nell'ottima percentuale di raccolta differenziata (che la conferma leader in Italia con il 72,8% di rifiuti raccolti in modo specifico), nelle emissioni di CO2 per passeggero del trasporto pubblico, nei metri quadrati di zone limitate al traffico veicolare.
Tra le quattro metropoli invece, Milano è la più alta in classifica (46ma). Il capoluogo lombardo migliora particolarmente nei viaggi per abitante all'anno su bus e metropolitane (sono 443 in media quest'anno, erano 415) e nelle emissioni di CO2 per passeggero del trasporto pubblico, più che dimezzate. La seconda delle metropoli è Roma (62ma, 70ma nella passata edizione) con un comportamento stabile, ma in lieve miglioramento negli indicatori dello smog e del trasporto pubblico. Per il resto, tuttavia, quasi tutti gli indici, segnano cattive o pessime prestazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA