Mariano: salvata da un vicino
La tabaccaia accoltellata migliora

Virginio Fumagalli ha evitato che l'aggressore potesse continuare ad infierire su Maria Luisa Pozzoli:"Quelle urla mi rimbombano ancora nella testa, notte e giorno"

MARIANO «Ho visto che la colpiva e d'istinto ho gridato “cosa stai facendo?”: lui si è alzato, mi ha guardato e poco dopo si è messo a correre verso il vialetto pedonale. In quel momento Maria Luisa ha gridato: un urlo straziante che ancora non mi esce dalle orecchie e che mi rimbomba nella testa giorno e notte». Virginio Fumagalli è l'uomo che con tutta probabilità ha salvato la vita a Maria Luisa Pozzoli, la tabaccaia marianese aggredita a colpi di taglierino sferrati alla gola, le cui condizioni sono apparse subito gravi ma stanno progressivamente migliorando.
Il pensionato, è vicino di casa della donna accoltellata, ed è stato lui a mettere in fuga Gerardo Quinto, il 58enne di Giussano che una settimana fa ha tentato di sgozzare la donna in via Monte Grappa. Fumagalli l'ha visto chinato sopra la sua vittima, ormai a terra in balia della sua follia e se non avesse gridato avrebbe potuto essere sferrato il colpo mortale.
Fumagalli - molto conosciuto in città per la sua attività di sindacalista prima e di presidente dell'associazione anziani ora - è ancora scosso. Ricordare quegli istanti è doloroso e faticoso: «All'ora dell'aggressione ero in casa - racconta -: ho sentito un pianto, ma all'inizio mi sembrava di un bambino e siccome di fronte alla mia abitazione c'è in effetti una famiglia con un piccolo, sono uscito per sincerarmi che tutto andasse bene. Una volta all'esterno, però, ho capito che il rumore veniva da dietro l'angolo, dalla casa di Maria Luisa e quindi mi sono diretto in quella direzione».
Fumagalli, però, non avrebbe mai immaginato di trovarsi di fronte all'orrore: «Ho visto un uomo vestito di scuro chinato su qualcosa: era buio e all'inizio non ho capito che fosse Maria Luisa». Nonostante lo choc, il vicino ha avuto la prontezza di riflessi di muoversi verso l'aggressore tanto è vero che si sono trovati faccia a faccia: «Ci siamo guardati negli occhi per qualche istante, poi lui si è girato e si è messo a correre: l'ho inseguito per qualche metro, poi l'ho perso di vista nel buio e tra le piante ».
Per la cronaca Gerardo Quinto di strada ne ha fatta poca perché è stato fermato praticamente all'istante da due carabinieri fuori servizio. «Ho capito che la priorità l'aveva Maria Luisa: dovevo andare a vedere come stava. Credevo fosse stata aggredita con dei colpi, tipo pugni o calci per cui ero totalmente impreparato alla vista della pozza di sangue per terra. Le ho messo una mano sotto la testa e ho capito che la situazione era davvero grave». Nel cortile intanto arrivavano altri inquilini: «Due ragazzi albanesi che con il telefonino hanno chiamato subito l'ambulanza e poi altri vicini che hanno portato un asciugamano per tamponare la ferita: vedevo solo il taglio sulla sinistra del collo e sono rimasto davvero impressionato dalla lunghezza». A sette giorni da quell'esperienza drammatica, c'è spazio anche per i ragionamenti: «Ho inseguito l'aggressore d'istinto, ma oggi, a mente fredda - conclude Fumagalli - mi domando cosa sarebbe potuto accadere se l'avessi raggiunto».

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