Lenno, il Comune difende il lido
«Danno per il turismo, via i sigilli»

Il sindaco: «Un fatto gravissimo, vogliamo far luce su quanto è accaduto»

LENNO «Voglio capire che cosa è veramente accaduto nei rapporti intercorsi tra magistratura, carabinieri e  società di gestione del Lido di Lenno in quanto pesante è il danno d'immagine che da giovedì ha inaspettatamente colpito  il Comune proprietario della struttura in un momento in cui le attività turistiche sul lago girano ancora a pieno regime. Quale sindaco non ho avuto alcuna segnalazione preventiva, il sequestro del locale con collocazione dei sigilli è una cosa gravissima e ho pertanto deciso di conferire allo studio legale Mantegazza di Como, l'incarico per fare luce su quanto veramente accaduto».

Le parole sono del primo cittadino, Mario Pozzi, il quale  respinge le critiche d'inerzia rivolte al Comune e dichiara che proprio giovedì, alle 11.30, aveva stabilito in municipio un incontro con la società di gestione del locale, la D&D Sas, rappresentata dal socio accomandatario Davide De Ascentis, per una verifica dei rapporti tra proprietario e conduttore.

«All'ora dell'appuntamento nessuno è arrivato - spiega il sindaco - e ho aspettato a lungo nel mio ufficio, poi verso le 12,30 nel momento in cui stavo per lasciare il municipio è arrivato, trafelato, De Ascentis e mi ha informato di quanto accaduto. Il Comune si ritiene parte lesa; chiederà il dissequestro e farà valere i propri diritti».

Mario Pozzi non intende scendere nei dettagli, ma fa riferimento a un episodio rimasto coperto da riserbo che sarebbe avvenuto il 17 luglio tra De Ascentis e i carabinieri del nucleo radiomobile di Menaggio.
La notizia del sequestro del locale ha suscitato clamore in tutto il lago, dove il Lido di Lenno, situato al centro del Golfo di Venere o Golfo Mistico, è rinomato. E continua a fare testo la sentenza del giudice del tribunale di Menaggio Andrea Canepa nel procedimento avviato da Antonluca Assi e dal residence "Villa De Herra" contro la società D&D Sas.
 
Il magistrato lo scorso marzo era stato inflessibile. «Accertato che le emissioni lamentate eccedono la soglia - recita la sentenza - il Tribunale ordina di ricondurre i disturbi acustici nel limite della normale tollerabilità, di chiudere il locale entro le ore 1,30, di non diffondere alcun genere di musica in serate diverse dal venerdì e sabato, di inserire un limitatore non manipolabile sull'impianto audio in modo che il suono all'interno del locale non superi mai la soglia dei 90 decibel, di realizzare alcune opere destinate a contenere i suoni all'interno del locale».

Pesanti sono le dichiarazioni rese da Antonluca Assi e dal suo legale, Catia Pichierri: «Il provvedimento preso dalla procura di Como rappresenta un atto assolutamente necessario, la cosa che invece lascia ancora una volta senza parole è il comportamento del sindaco il quale avrebbe dovuto intervenire efficacemente al fine di tutelare ordine pubblico, sicurezza e legalità. Si preoccupa invece per le sorti del locale e non e non in pari misura dei residenti. Un intervento più efficace avrebbe potuto evitare il sequestro».
                                                                                            Marco Luppi

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