Non si placa nell'Erbese
la polemica sulle sagre

Fa ancora discutere la bozza di regolamento restrittivo proposta da Confcommercio: «Chiuderebbero le Pro Loco, ma anche i paesi»

Se il regolamento presentato da Confcommercio fosse applicato, si rischierebbe di vedere chiudere diverse pro loco e perdere gran parte dei visitatori dei loro paesi. Questa la prima reazione delle associazioni di promozione turistica alle pesanti richieste fatte dal presidio provinciale della Federazione italiana pubblici esercizi - Confcommercio nella sua bozza di regolamento, comprese le richieste di una sola sagra ogni trenta giorni e di dare una sola autorizzazione l'anno, per associazione, alla somministrazione di alimenti e bevande.

«In questo modo c'è il rischio che qualche associazione in difficoltà chiuda» - afferma Stefano Sormani della Pro Caglio - «Personalmente credo che ci sia da parte di qualche Pro Loco un eccesso di manifestazioni, che in qualche modo serva e sia opportuna una regolamentazione, ma  queste sono richieste eccessive».

Secondo Sormani bisogna valutare le diverse realtà associative e i paesi in cui operano: «Se chiudono le Pro Loco nei nostri paesi, in due anni ci troviamo con pochissimi turisti: siamo noi e sono sagre e manifestazioni in genere a far vivere i nostri centri. Io credo che di questo lavoro beneficino anche i ristoranti, perché molta gente non si ferma sotto i tendoni e così si fa conoscere il territorio».

Una regolamentazione, però, ci può stare: «Noi usualmente facciamo cinque sagre l'anno, ci servono per reperire fondi per il resto degli eventi; non mi sembra un numero eccessivo. Poi, magari, c'è qualche paese che se ne approfitta».
 
Da Alserio il presidente, Lino Buonavita, recita a sua volta il "De profundis" per Pro Loco e paese: «Se venisse applicato questo regolamento finiremmo in ginocchio, non potremmo coprire le nostre spese con una sola sagra l'anno»
- dichiara - «E non sarebbe una difficoltà soltanto nostra: di riflesso colpirebbe i negozi di vicinato che lavorano con noi e non potremmo dare una mano economicamente alla scuola e alla parrocchia, come oggi capita».

Anche il sindaco di Rezzago, Sergio Binda, da sempre impegnato anche tra le fila della Pro Loco, vede con difficoltà il futuro del paese se il regolamento fosse adottato così com'è: «Credo che in un paio d'anni Rezzago si svuoterebbe dei turisti che ora ci sono d'estate» - sostiene - «Le sagre portano gente e promuovono il territorio e, al di là della singola manifestazione, c'è a mio avviso una ricaduta anche sui ristoranti: quando c'è molta gente, alla fine si lavora tutti».
                                                                                      Giovanni Cristiani

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