Rubano in una casa ad Oltrona
Fallisce il bis in quella vicina

I proprietari della villetta svaligiata erano partiti nel pomeriggio per la montagna: «Ci hanno curati»

OLTRONA DI SAN MAMETTE Ladri acrobati svaligiano l'abitazione di un ex carabiniere e gli rubano anche la pistola. Razziati preziosi, per un valore superiore a diecimila euro, ai coniugi Alessandro Gini ed Amalia Ardigò, residenti in una villetta in via Quattro Novembre, partiti nel pomeriggio per la montagna. I ladri ne hanno approfittato per intrufolarsi in casa la sera stessa.

«Ci hanno curati. Sono arrivati da via Caduti Oltronesi, passando dal cantiere dietro la nostra abitazione; hanno scavalcato la recinzione e sono saliti al piano superiore, arrampicandosi dal terrazzo» - spiegano i coniugi Gini -«Hanno forzato la finestra del soggiorno e sono entrati senza rompere neppure uno dei tanti vasi addossati alla finestra. In soggiorno hanno tolto tutti i quadri alla ricerca di una cassaforte, inesistente».

I malviventi sono poi sono passati in bagno e in camera, messi a soqquadro. «Nella stanza matrimoniale hanno aperto armadi e cassetti; hanno rubato un anello con diamante, parecchie medaglie, orecchini e collane dal grande valore affettivo. Hanno invece lasciato tutti gli orologi, compreso un finto Rolex che hanno in parte smontato per verificare se fosse autentico; snobbato anche un portafogli firmato, ma non originale, mentre si sono portati via una maglietta autentica di Gucci». Ladri esperti di "griffe".

Tra la refurtiva anche una pistola, una calibro 22, regolarmente detenuta: «Mi è spiaciuto che me l'abbiamo presa. Sono un ex carabiniere paracadutista; ero un ausiliario. La pistola, la possiedo da allora» - afferma Alessandro Gini - «Per quarant'anni l'ho sempre tenuta nella cassaforte. Da quando abbiamo cambiato casa la conservavo nel comodino tra i pigiami, dove l'hanno trovata».

Terminato il repulisti al primo piano, i ladri hanno fatto altrettanto in taverna.
Dopodiché, scavalcata la recinzione, hanno tentato di rubare nella villetta accanto, di proprietà di Franco Lanfranchi, che li ha sorpresi e messi in fuga.

«Erano le 21.20 e stavo guardando la televisione nell'appartamento al piano terra, con tanto di luci accese, quando ho sentito strani rumori. Hanno cercato di alzare le tapparelle al piano superiore, senza riuscirci - spiega la moglie, Vincenza Bosio - «Mi ha insospettito il suono vuoto dell'ultimo gradino della scala esterna che porta all'appartamento al primo piano, disabitato. Allarmata, ho chiamato mio marito, che era in camera. È uscito subito sul davanti, ma non ha visto nessuno; mentre si portava sul retro ha incrociato due giovani, alti, atletici e curati, che correvano al cancello; l'hanno scavalcato con un'agilità impressionante. Uno è andato a prendere una Bmw scura posteggiata in via Quattro Novembre, l'altro, nell'attesa di salire, ha puntato la pila contro il viso di mio marito e gli ha ripetuto un paio di volte, con un accento meridionale, "stai calmo". Saliti sull'auto, sono fuggiti verso Appiano Gentile».

Sarà una casualità, ma la descrizione dei due giovani ladri collima con quelli che a dicembre tentarono di rubare nella villetta dei coniugi Gini, ma furono messi in fuga: «Uno era nascosto dietro la finestra, a un metro da me, con il trapano in mano» ricorda ancora la moglie.
                                                                                    Manuela Clerici

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Eco di Bergamo Ladri in azione ad Oltrona