Rigurgito: neonata di Grandola
salvata in ospedale a Menaggio

Rianimata nel pronto soccorso dopo una poppata andata di traverso

MENAGGIO Alice Masciadri è nata il 21 ottobre, ma non appena imparerà a scrivere invierà probabilmente una letterina di ringraziamento all'ospedale di Menaggio. Senza la presenza del presidio del Centro Lario, infatti, si sarebbe già conclusa la sua breve esistenza.

L'altra sera si trovava a casa sua, a Grandola, e stava poppando il solito latte: ad un tratto ha avuto un rigurgito e mamma Lara si è subito accorta che alla piccina mancava il respiro. In casa è calato il gelo, ma i due giovani genitori, nonostante la situazione di estrema emergenza, sono riusciti a conservare la necessaria freddezza.

«Abbiamo caricato Alice in auto e siamo partiti verso l'ospedale, avvertendo nel frattempo il 118 della situazione» - racconta la madre, Lara Pogna, 27 anni - «Non ricordo nemmeno l'ora, potevano essere le 20.30, e la corsa verso il pronto soccorso di Menaggio, di pochi chilometri, mi è sembrata eterna, perché ero in preda al terrore».

Questione di minuti, forse addirittura di secondi, e per la piccola non ci sarebbe stato più nulla da fare. Lo confermano i medici del pronto soccorso dell'ospedale: «La bimba era ormai al limite: è arrivata cianotica, con il corpicino del tutto molle e la schiuma del latte che le usciva dal naso» - riferisce la dottoressa Cinzia Battaglia, di turno l'altra sera - «Le si era infilato del latte nelle vie aeree e non è riuscita a liberarsene. È stata provvidenziale la freddezza dei giovani genitori, che l'hanno portata subito al pronto soccorso senza attendere l'arrivo di un'ambulanza».

Pronti i genitori e capaci i sanitari, che sono riusciti in pochi secondi a rianimare la piccina dopo averle aspirato il latte dalla laringe e dalla trachea: «Il 118 ci aveva avvisati dell'arrivo della bimba e ci siamo fatti trovare pronti» - afferma ancora la dottoressa Battaglia - «Nonostante un comprensibile affanno, insomma, i genitori hanno fatto tutto ciò che potevano e hanno in pratica salvato la vita alla loro piccola».

Ma la madre, con sano realismo, riconosce l'indispensabile ruolo dell'ospedale: «Abbiamo la fortuna di risiedere a Grandola, nelle vicinanze dell'ospedale di Menaggio. Se avessimo dovuto raggiungere Gravedona non ce l'avremmo mai fatta: mia figlia, insomma, sarebbe inesorabilmente soffocata. Non occorre essere medici per capirlo. Se è viva e in buona salute, lo dobbiamo alla presenza dell'ospedale del Centro Lario».

La piccola Alice, rimasta per più minuti in anossia, non ha subito conseguenze ed è stata trasferita solo per precauzione all'ospedale "Sant'Anna" di Como, dove c'è il reparto di pediatria. Rimarrà in osservazione fino a domani, poi potrà ritornare a casa, dove l'attende anche il fratellino maggiore, di due anni. E per la famiglia Masciadri sarà gran festa.
                                                                                         Gianpiero Riva

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