In aula il barista accusato di usura
«Comprò a strozzo la Esso di Lipomo»

Ma l'imputato ha esibito due ricevute: udienza rinviata al 15 dicembre

LIPOMO Ma quale usura. Gaetano Tuccio, attuale titolare del bar Pitti caffè di via per Montorfano, accusato di avere prestato denaro a strozzo (e di avere spacciato cocaina), sognava semplicemente di... fare il benzinaio. Lo ha raccontato lui stesso ieri mattina in tribunale A cOMO, davanti ai giudici chiamati a valutare le contestazioni che la procura (pubblico minstero Antonio Nalesso)muove nei confronti suoi e di uno strano giro di presunti strozzini di cui avrebbe fatto parte anche un ex poliziotto, il vicesovrintendente Antonio Caforio, 42 anni, di Cavallasca.

Tuccio è accusato di essersi appropriato del distributore di benzina Esso di Lipomo, di fatto sottraendolo al suo titolare dopo avere saldato, in sua vece, un debito di 27mila euro proprio con la Esso. L'accusa è quella di avere progressivamente applicato tassi usurari (anche al 3000%) fino ad indurre il proprietario a cedere l'attività e a farsi da parte.

L'uomo, assistito dall'avvocato Claudio Minasi, ha sostenuto di avere regolarmente acquistato il distributore (compresi annessi officina e autolavaggio) per una cifra di circa 92mila euro: «Stavo cercando un'attività di questo tipo, per me e per la mia famiglia» - ha detto - «Fu Federico Menni (67 anni di Lurago d'Erba, a sua volta imputato, n. d. r. ) a indicarmi la Esso di Lipomo, sostenendo di esserne socio. Stabilimmo un prezzo di centomila euro».

Tuccio ha esibito, chiedendone l'acquisizione al tribunale, due ricevute firmate, a quanto sembra, dal titolare dell'impianto, vittima presunta dello strozzinaggio. Si tratta di due ricevute risalenti all'estate del 2006, per 50mila e per 15mila euro, che hanno costretto il tribunale a un cambio inevitabile di programma. All'acquisizione si è opposto il legale di parte civile della vittima, Antonio Lamarucciola, ritenendola più che tardiva; il presidente del tribunale, Francesco Angiolini, ha deciso un rinvio a giovedì 15 dicembre, occasione in cui sarà riascoltato l'ex proprietario del distributore, che dovrà chiarire se la firma in calce ai due documenti sorprendentemente usciti dal cilindro della difesa sia effettivamente la sua.
                                                                                      Stefano Ferrari

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