Comunità montana altolariana
salvata dal crac con mugugni

«La colpa è di chi ha voluto l'accorpamento con la Alpi Lepontine, perché dobbiamo metterci un pezza noi?»

GRAVEDONA ED UNITI La comunità montana evita il crac per un soffio. In bilancio c'era un disavanzo di 240mila euro e nemmeno all'assemblea dell'altra sera, alla luce del mancato aiuto della Regione, è stato possibile approvare l'equilibrio. In vista del consuntivo sarà comunque l'ente stesso a coprire il buco grazie ad una transazione in corso con la società Enter, incaricata del progetto di banda larga nel territorio e in causa da anni con la comunità montana.

Per la gestione del servizio la suddetta società avrebbe dovuto versare 540mila euro in sei anni tra il 2007 e il 2012, ma solo dopo ingiunzioni dei giudici ne ha sborsati la metà. A fronte di un credito di 270mila euro, l'ente di palazzo Gallio accetterà di chiudere il contenzioso incassandone 130mila, liberando, nel contempo, una somma di 360mila euro accantonata in caso di soccombenza in tribunale.

«La transazione è la soluzione considerata più saggia dal direttivo, in alternativa al commissariamento e all'alienazione del patrimonio dell'ente - ha esordito il presidente, Mauro Robba - «Per gli anni a venire dovremo rivedere la gestione: attraverso l'istituzione di determinati servizi che stiamo predisponendo, tra cui il consorzio forestale, sono fiducioso su un contenimento delle spese».

Ha offerto un motivo in più per guardare avanti con serenità il consigliere regionale Dario Bianchi, rappresentante del Comune di Trezzone in assemblea: «Dal prossimo anno la Regione rivedrà i meccanismi di ripartizione dei fondi da destinare alle comunità montane, privilegiando quegli enti, coma il nostro, che non hanno altre entrate» - ha detto - «Tra qualche settimana verrà approvata la legge che autorizzerà la giunta a ripartire in maniera più equa i fondi. A tutti gli enti comunitari lombardi verrà insomma garantito il minimo vitale».

L'assemblea ha condiviso gli intenti dell'esecutivo, con la sola eccezione del sindaco di Porlezza, Sergio Erculiani, che si è astenuto: «Nessuno di noi è responsabile della situazione di deficit in cui si è venuta a trovare la comunità montana. La responsabilità è degli enti superiori, che hanno imposto l'accorpamento fra due comunità montane senza tener conto che l'organico di personale è rimasto intatto e facendo mancare i finanziamenti necessari. Non mi pare giusto, pertanto, che debba essere questo ente a metterci una pezza per colpe altrui».
                                                                                      Gianpiero Riva

© RIPRODUZIONE RISERVATA