Regole da rifare a Parè
per il consiglio tributario

Approvata una bozza, ma dopo i rilievi dell'opposizione c'è già l'impegno di ritoccarla

PARÈ Il consiglio comunale, riunitosi per la prima volta nella nuova sala consiliare, era chiamato ad approvare la convenzione con Drezzo e Gironico per l'istituzione del consiglio tributario e l'approvazione del suo regolamento. Il capo del gruppo di minoranza, "Vivi Parè", Daniele Vivi, intervenendo sull'argomento ha esordito dicendo che, vista la difficoltà della costituzione di questo nuovo organismo, si aspettava la convocazione di una seduta consiliare in cui dare indirizzi alla giunta.
 
«Vista la mia proposta, fatta oltre un anno fa» - ha detto Daniele Vivi - «non ho trovato accettabile richiamare l'urgenza nell'approvare l'istituzione di un consiglio tributario senza alcuna consultazione con la minoranza».

I consigli tributari dei Comuni sono nati in attuazione di una norma del 1945 (decreto legislativo numero 77) e riaffermati dalla riforma fiscale del 1973. Avevano carattere facoltativo e alcuni (pochi grossi) Comuni li avevano effettivamente istituiti; l'esperienza è risultata fallimentare. Ora sono stati rilanciati.

«Qui a Parè la maggioranza ha voluto orientarsi verso la composizione "tecnica". Saranno dunque i responsabili del servizio tributi, di polizia locale e edilizia-urbanistica coloro che faranno da consulenti all'Agenzia delle entrate per il reddito degli "ipotetici" evasori fiscali» - ha detto ancora Vivi - «In realtà la composizione così fatta sarà politica più che mai, perché il responsabile della polizia locale è il sindaco e gli altri responsabili di servizio sono nominati dal sindaco».

Il regolamento del consiglio tributario recepito dalla maggioranza, e presentato dal capogruppo, Alessio Fionda, s'ispira a quello reso disponibile dall'Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani). «Di fatto, con la scelta operata» - ha aggiunto Vivi - «si è realizzato il rischio che il nuovo organismo diventi sede di contrattazione della politica locale in materia di accertamento dei tributi».

Da qui, per il capogruppo di opposizione, la necessità di rivedere tutto il regolamento. Vivi ha proposto una serie di emendamenti che però non sono passati; la maggioranza ha però prestato attenzione e ha, in pratica, condiviso le osservazioni venute dai banchi dell'opposizione, tant'è che il capogruppo Fionda si è assunto l'impegno di rivedere insieme il regolamento del consiglio tributario, per apportare modifiche ed emendamenti.
                                                                                    Fortunato Raschellà

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