Porlezza: dopo dodici anni
si va al Tar per Porto Letizia

I giudici amministrativi chiamati a valutare la legittimità di 270 case già finite

PORLEZZA "Porto Letizia" è naufragato con il fallimento di Morganite, ma martedì 13 marzo potrebbero anche venir dichiarate illegittime tutte le costruzioni dell'insediamento. A distanza di ben dodici anni, infatti, il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha fissato per quella data l'udienza per la discussione di un ricorso presentato il 17 marzo 2000 dall'allora capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale, Luigi Ferrario.

Che senso può avere, con 270 unità immobiliari già terminate ed altre in fase di costruzione, accettare un'istanza che si opponeva alla realizzazione dell'intero complesso turistico? L'ardua risposta ai tempi infiniti della giustizia italiana.

Il ricorso era stato presentato contro il Comune e contro René Coltof, l'imprenditore olandese all'epoca proprietario delle aree di Porto Letizia e titolare del progetto. Progetto che, secondo il ricorrente, avrebbe precluso alla collettività l'utilizzo del lungolago e recato danno al Comune per un uso improprio di aree comunali, in particolare del lido.

Il comparto, in base alla normativa, avrebbe dovuto essere pianificato nella sua interezza, al fine di garantire un suo assetto unitario; Coltof, invece, stralciò dal progetto alcune proprietà private non acquisite, pregiudicando, secondo Ferrario, la realizzazione di un lungolago continuo ad uso pubblico e mutilando le sorti del comparto. La variante di azzonamento al Piano regolatore generale, inoltre, interessava anche aree demaniali senza che lo Stato avesse dato alcun consenso.

L'ex consigliere comunale, intanto, si gode la sua piccola rivincita: «Il Tar, a suo tempo, non concesse la sospensiva, poi è trascorso troppo tempo. Si è consumato, purtroppo, un disastro previsto» - dice ora - «Già su carta c'erano molte cose che non andavano, come ad esempio lo spostamento del lido in zona non idonea alla balneazione, ma il fallimento di Morganite, con tutte le opere pubbliche ancora in sospeso, è stato il colpo di grazia. Avevo visto giusto e a distanza di dodici anni si va a discutere un danno enorme, che poteva e doveva essere evitato».

Lo scorso anno, come noto, la società Morganite, facente capo all'imprenditrice varesina Cristina Gussoni, poi arrestata, è fallita con un mare di debiti e "Porto Letizia" è tuttora in sospeso, in attesa che qualcuno subentri per terminare la sua realizzazione. La gestione provvisoria del complesso è stata affidata l'estate scorsa all'imprenditore locale Angelo Ortalli, ma il secondo lotto e tutte le opere pubbliche sono ancora di là da venire.
                                                                                          Gianpiero Riva

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