Il Comune di Sorico
chiude "La Punta"

Quindici posti di lavoro a rischio - I titolari protestano - La replica del sindaco

«Vogliono mandarci via e cercano ogni pretesto possibile. Questa è la verità». I fratelli Matteo e Luca Curti, titolari della struttura ricettiva "La Punta", sita nell'omonima località di Sorico e composta da camper service con 30 piazzole e ristorante, sono sul piede di guerra nei confronti del Comune, che ha imposto loro la cessazione immediata dell'attività per abuso edilizio e  commerciale.
«Fin dall'inizio, nell'area antistante all'immobile in muratura avevamo posizionato tavolini e ombrelloni, presenti al momento dell'inaugurazione e ritenuti regolari - sostengono i due fratelli - . Per ovviare al vento e alle intemperie, un anno fa abbiamo installato dei gazebo, che ora sono diventati oggetto di contestazione. La settimana scorsa abbiamo avuto persino una visita dei Nas, che hanno trovato solo piccole irregolarità. Con il Comune, purtroppo, sembra non esserci margine di trattativa: dinanzi ai nostri tentativi di confronto per cercare un compromesso, gli amministratori rispondono picche a priori».
«Ammesso e concesso che i gazebo risultano abusivi - proseguono i titolari - perché l'ordinanza di chiusura è stata estesa all'intero locale? Si tratta di un provvedimento che la dice lunga sulla volontà di chi ci amministra».
I fratelli Curti sono subentrati qualche anno fa a papà Nando, storico proprietario del ristorante La Barcaccia di Verceia, che nel 2001 si era aggiudicato l'appalto di gestione de La Punta.
Con loro collaborano dei dipendenti, che in seguito al provvedimento restrittivo del Comune rischiano il posto di lavoro.
I dubbi degli amministratori locali in merito alla gestione dell'attività di La Punta sono scaturiti in seguito alla visione di materiale pubblicitario.
«Le foto sui depliant lasciati in municipio ci hanno suggerito di chiedere dei controlli - afferma il sindaco, Alessio Copes - . In base alla convenzione stipulata a suo tempo, a La Punta sono disponibili 70 metri quadrati per l'attività di ristorazione, mentre in base alle misurazioni si è rilevato che il gestore ne occupa quasi 300: un'invasione di suolo demaniale avvenuta senza alcuna comunicazione al Comune o ad altri enti preposti. Si tratta di un'infrazione grave per quanto riguarda l'attività commerciale, ma il responsabile dell'ufficio tecnico ha rilevato un abuso edilizio anche per quanto concerne i gazebo».
Due, di conseguenza, le ordinanze; una di demolizione della struttura abusiva e l'altra di sospensione immediata dell'attività di ristorazione: «Lo stop all'attività è esteso all'intero locale per la semplice ragione che la parte abusiva potrebbe condizionare anche il resto - spiega Copes - . Faccio un esempio: se ci fossero delle derivazioni elettriche non conformi, anche il locale autorizzato potrebbe risultare non a norma e in caso di incendio sarebbe il sindaco o chi per lui a dover  rispondere. Non va dimenticato, infatti, che si tratta di una struttura comunale e a maggior ragione, pertanto, siamo stati costretti a intervenire».

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Eco di Bergamo Ristorante La Punta