Cantù, luna park e proteste
I giostrai pronti ad andar via

La nuova ubicazione del parco giochi non sembra piacere a nessuno: dopo residenti e genitori della scuola Tibaldi, sono propri i proprietari delle attrazioni ad alzare la voce. «Lo spazio in corso Europa c'era, anche con il cantiere. Pochi affari, potremmo andarcene»

CANTÙ Dopo la protesta dei residenti e quella dei genitori delle scuole Tibaldi, adesso sono i giostrai ad alzare la voce sulla nuova ubicazione del parco giochi nel parcheggio tra via Giulio Cesare e via Colombo. E la loro è vera rabbia.

Non abbiamo capito per quale motivo le attrazioni non possano stare in corso Europa - riferisce Vanni Piccaluga, alla quinta generazione di passaggio in città - la polizia locale ci ha detto che il cantiere del palazzetto non vuole il luna park. Il perché esatto non lo sappiamo. Ma, comunque, lo spazio per le giostre c'era lo stesso».

Male, il bilancio del primo giorno di autoscontri nello spiazzo tra via Colombo e via Giulio Cesare, in trasloco sforzato per il cantiere in costruzione del palasport Turra. Pochi ragazzi nel parcheggio tra le medie Tibaldi e la primaria Papa Giovanni Paolo II, sotto i balconi delle case. Con il volume bassino, degno di un autoradio, anche se non si potrebbe. «Se la spesa supererà il guadagno - la constatazione secca di Piccaluga - non è detto che resteremo fino alla metà di marzo, come dovrebbe essere per le giostre di Sant'Apollonia».

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Eco di Bergamo Le giostre a Cantù