Cronaca
Mercoledì 10 Ottobre 2012
Eliminare il cinghiale?
Praticamente impossibile
Il responsabile provinciale Marco Testa spiega i motivi per cui neppure la caccia può eradicare completamente l'animale
Parola di Marco Testa, responsabile del servizio caccia provinciale, la persona che meglio conosce il problema che ormai periodicamente tocca le zone dell'Intelvese, dell'Alto Lago e del Triangolo Lariano.
Si è recentemente stabilito un ulteriore "prelievo" oltre a quello previsto dal Piano di abbattimento, non era possibile un'azione più radicale?
«Se anche la seconda tranche sarà completata arriveremo a 2070 capi e non ne dovrebbero rimanere più di 600 nei tre comprensori, un numero chiaramente tollerabile».
Non la pensano così gli agricoltori e anche qualche sfortunato escursionista che si è visti passare accanto.
«I danni agli agricoltori sono diminuiti dai 78.000 euro del 2008 fino ai 20.000 del 2011 e anche nel 2012 non dovrebbero superare i 30.000. Quanto agli escursionisti, chi cammina sui sentieri non ha problemi a meno che, come nel caso recentemente avvenuto, non sia in compagnia di un cane, animale che provoca la reazione del cinghiale».
Perché non è possibile eliminare completamente l'animale?
«Per diverse ragioni. La prima è l'eccezionale prolificità delle femmine già fertili al primo anno e che possono partorire almeno cinque-sei cuccioli in grado di sopravvivere. La seconda è l'ambiente favorevole nel territorio: in pratica il clima e l'abbondanza alimentare sono ideali per l'animale. La terza è la difficoltà della caccia, sono schivi, abilissimi a nascondersi e anche con fucili che tirano a centinaia di metri risultano difficili da colpire».
Le ultime novità?
«In accordo con la Coldiretti pensiamo di rimettere in funzione le governe. In pratica dei punti di alimentazione artificiale dove disporremo del mais. Con fototrappole riusciremo a individuare gli animali e l'ora in cui si avvicinano. Essendo abitudinari potremo poi effettuare gli appostamenti per ucciderli».
Eppure il cinghiale, fino a 40 anni fa, qui era estinto.
«Infatti uno dei motivi della sua ricomparsa è dovuto allo spopolamento della montagna e all'inselvatichimento di molti territori. Se questi terreni venissero ancora coltivati si ridurrebbe l'habitat dell'animale».
Hanno fatto scalpore le sue dichiarazioni in favore dei cacciatori, una categoria che in Italia non gode di molte simpatie.
«Bisogna smetterla con lo stereotipo del cacciatore che spara agli uccellini. In realtà svolge una funzione importante anche a livello della natura. Infatti, nel caso dei cinghiali, sostituisce i predatori che sono al vertice della scala alimentare e che sono i loro naturali nemici. Paradossalmente gli unici a poter prendere il posto dei cacciatori sarebbero i branchi di lupi, veri nemici del cinghiale. Ma non credo che sia un'opzione desiderabile».
Insomma dovremo imparare a convivere con il cinghiale?
«Non si tratta di un animale pericoloso, a meno che non debba difendere i propri cuccioli. Inoltre, per le ragioni che ho esposto in precedenza, è praticamente impossibile da sradicare con la caccia. Si tratta solo di tenere il numero a un livello accettabile con il territorio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA