Saronno, ex prima accoglienza
Il sindaco incotra gli occupanti

«Questi ragazzi fanno una denuncia sociale e politica non violenta» - ha commentato Porro - «Non possiamo però accettare azioni di forza che vìolino la legge»

SARONNO Continua l'occupazione dell'ex Cpa (Centro di prima accoglienza) da parte dei ragazzi del Comitato autorganizzato dei saronnesi senza casa: dopo una notte nella palazzina di via Don Monza 18, i ragazzi hanno fatto colazione tutti insieme, con biscotti e quanto portato da alcuni vicini.

Verso mezzogiorno è arrivato il sindaco, Luciano Porro, reduce dalla riunione straordinaria di giunta di venerdì sera, con il comandante della polizia locale, Giuseppe Sala. Il padrone di casa dello stabile occupato, visto che è di proprietà comunale, ha superato il cancello e si è fermato per una quarantina di minuti a parlare con il Comitato davanti alla porta d'ingresso, proprio sotto lo striscione "La casa è di chi l'abita".

«È stato un incontro molto franco e sincero. I toni sono stati pacati, ma del resto sia la loro, sia la mia posizione sono molto chiare» - ha commentato Porro al termine del confronto - «Questi ragazzi fanno una denuncia sociale e politica portata avanti in modo non violento, ma purtroppo la realtà con cui dobbiamo fare i conti è molto diversa».

Pur avendo ascoltato con attenzione i ragazzi, il primo cittadino ha chiesto loro di lasciare l'abitazione: «C'è innanzitutto un problema di sicurezza: lo stabile non è né agibile, né abitabile» - ha sottolineato - «C'è il rischio che qualcuno si faccia male. Questo è per me inaccettabile come amministratore e come uomo».

Porro ha sollevato un altro problema: «Quella della casa è ormai una vera emergenza, ma non possiamo accettare azioni di forza che violino la legge. C'è una graduatoria di persone in difficoltà che attende un posto in cui dormire; non possiamo prevaricare tutti, anche per una questione di giustizia sociale».

Ognuno è così rimasto sulle proprie posizioni, ma rispetto all'occupazione dell'ex tintoria Ferrè, sgomberata ed abbattuta dopo tre settimane, c'è dialogo.
                                                                                              Sara Giudici

© RIPRODUZIONE RISERVATA