A 31 anni trasloca in Australia
«Regalo nuova vita agli oggetti»

Il designer canturino Fabio Biavaschi dai mobili brianzoli alla terra dei canguri

L’incontro fortunato in un’azienda agricola dismessa:«Qui la mia ultima linea»

Fabio Biavaschi, da Cantù all’Australia. Una storia all’apparenza come tante altre: quella di un giovane talento che parte per tentare la fortuna all’estero.

Ma la storia di Fabio ha qualcosa di più. Perchè Biavaschi non ha lasciato l’Italia per disperazione: la sua attività di designer, infatti, veleggiava con il vento in poppa anche nel Bel Paese.

Un talento riconosciuto, il suo, con opere di arredamento di interni già in produzione e con all’attivo diverse attività internazionali. Eppure Fabio ha mollato tutto alla ricerca di una nuova opportunità per il suo lavoro.

Biavaschi, classe 1982, ha in tasca una laurea in Disegno Industriale e una grande passione per il design; un’esperienza londinese alle spalle e uno studio professionale a Como all’attivo.

Lo scorso maggio, il progetto di partire diventa realtà ed è dal continente dei canguri che Biavaschi lancia la sua nuova linea di arredi rurali.

Viaggio agli antipodi

Un viaggio di ispirazione. «Sono in Australia da sei mesi - racconta - sono partito subito dopo il Salone del mobile, dove ero coinvolto in esposizioni a Milano e nell’organizzazione dell’evento FuoriSaloneDentroComo a Como. Sono alla ricerca di opportunità e nuovi stimoli». Ad accompagnarlo la sua compagna, la comasca Chiara Perego, anche lei creativa che disegna tessuti per la moda e l’arredamento.

«Ho viaggiato molto, creando parecchi contatti che spero si rivelino utili nel mondo lavorativo» dice Biavaschi. Che continua: «In una farm-laboratorio ho creato il progetto SuperOldNatural/Chalford Collection».

In cammino verso Sidney i due hanno conosciuto persone che hanno avuto fiducia in loro e che gli hanno affidato la possibilità di soggiornare lì e di gestire i loro laboratori creativi. «Si è realizzata una grande avventura - afferma entusiasta - dopo un’ora di chiacchierata avevamo una camera dove passare la notte. Durante la cena, mi hanno proposto di creare qualcosa nei loro spazi».

Così Biavaschi si è fermato per più di un mese in questa enorme farm dalle distese infinite di campi e boschi, montagne di ferraglia, vecchi trattori e altri mezzi in disuso, strumenti legati all’agricoltura e all’allevamento, per la maggior parte arrugginiti.

«Questo genere di luoghi hanno un fascino particolare - confida - I miei nuovi prodotti sono nati molto naturalmente: montavo e smontavo pezzi di recupero».

L’arte di arrangiarsi

Ecco prodotti espressione di una creatività che è riuscita ad estrapolare da un qualsiasi pezzo di legno o oggetto vecchio ed arrugginito, degli oggetti di uso quotidiano realizzati in ogni singola parte, arrangiandosi e riadattando, non disponendo di attrezzatura ne componentistica adeguata.

«Ammetto di essere molto soddisfatto –-concede Biavaschi - La cosa bella è stata la libertà di fare davvero ciò che volevo. Chiara ha condiviso con me tutto lo sviluppo del progetto contribuendo con idee, lavoro manuale, foto ed è stato fondamentale il supporto che mi ha dato».

Intanto, fervono i preparativi per la nuova edizione del Fuori Salone comasco. «Proprio in questi giorni io e Chiara stiamo parlando di questo progetto con Raffaella Bernasconi e Francesca Gatto, la metà del team rimasto in Italia, per valutare la fattibilità dell’evento - conclude il giovane designer - Siamo alla ricerca di sponsor per affrontare le numerose spese di organizzazione di una manifestazione a un buon livello».n

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