A Cantù cresce la fame di orti pubblici
Ce ne sono 132. E ne servono altri 30

Non bastano i terreni in via del Carroccio

e in via Monte Palanzone

Per mangiare prodotti sani e gustosi, per risparmiare sulla spesa, per fare amicizia.

Le ragioni per prendersi cura di un orto sono tante e diverse.

Dopo i 21 campetti di via del Carroccio, ora l’area coltivata di Vighizzolo è stata ampliata; ma nonostante questo, i lotti disponibili sono andati subito esauriti e ancora ci sono una trentina di persone in lista d’attesa. Con la speranza, in futuro, di poter allargare l’esperienza anche su Cascina Amata.

L’appezzamento era stato inaugurato il giugno scorso, presente anche il sindaco Claudio Bizzozero, che aveva promesso di mettere a disposizione terreni di proprietà comunale per farci giardini coltivati da assegnare ai cittadini.

L’area scelta dal municipio si trova in via Monte Palanzone, ed è la prima su cui fin da subito si era focalizzata l’attenzione del gruppo Orti a Cantù, che li gestisce: lo scopo del sodalizio è di creare, dove sia possibile, orti urbani per riappropriarsi di terreni abbandonati e favorire un approccio all’alimentazione coi ritmi della stagionalità. Per questo è stata siglata una convenzione tra l’associazione e pil Comune che ha durata di 5 anni e che prevede il pagamento di un canone annuo di 500 euro.

Ma gli orti sono presto andati a ruba: per questo ne sono arrivati altri 3mila metri quadrati, che permettono di averne oggi in tutto 111(compreso uno didattico ad uso le scuole e uno dove ogni mercoledì i volontari lavorano con gli utenti disabili del centro socio educativo diurno). Ci cono persino piccole zone comuni coltivate un po’ da tutti – 200 metri quadrati circa – i cui frutti finiscono in solidarietà, alla Caritas e alla mensa di solidarietà.

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