A Cantù uno su dieci non è italiano
L’Albania guida la legione straniera

In città superano quota 4mila. Ma rispetto al 2013 sono in diminuzione

Arrivano da 86 nazioni. Comprese Seychelles e Uzbekistan

È un piccolo mappamondo in una città. Anzi: nemmeno tanto piccolo.

Perché, a Cantù, i cittadini stranieri, arrivati a quota 4mila e 196, rappresentano oltre il 10% del totale.

Per la precisione, il 10,49%: è questa la percentuale riferita a un totale di 39mila e 965 abitanti.

Un canturino su dieci è nato al di fuori dell’Italia. E più facilmente arriva dall’Albania, dalla Romania o dal Marocco.

Con i dati dell’anagrafe, è possibile farsi un’idea di quanto sia globalizzata anche la realtà di una città di provincia come Cantù.

Dove per decenni il lavoro ha rappresentato - oggi, come nel resto d’Italia, un po’ meno - una risorsa importante per chi, in arrivo dall’estero, è arrivato qui per trovare possibilità diverse.

La comunità che apparentemente sembra più integrata è anche la più numerosa.

L’Albania, infatti, conta 602 residenti.

Subito alle spalle, grazie anche alla libera circolazione delle persone resa possibile dagli accordi europei di Schengen, in vigore con l’Italia dal 2012, la Romania: 418 persone.

Dietro, un’altra comunità ormai presente da tempo, come il Marocco, con 359 cittadini. Corposi anche i pakistani, 323 persone. E il Ghana, a 315 cittadini.

Ma anche altre bandiere possono trovare una buona rappresentanza. Come la Tunisia (260), la Cina (248), la Repubblica Dominicana (230).

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