Addio Elsbeth, madre coraggio
Trent’anni fa il sequestro di Gaby

La giovane Kiss Maerth fu rapita a Moltrasio nel 1982 e rilasciata dopo 148 giorni
Ieri il funerale a Campione d’Italia, dove si era trasferita per vivere con la figlia

Uno sguardo forte. Un carattere capace di dominare l’angoscia più grande. Una parola sempre tesa alla speranza. Misurata e composta come solo una “Madre coraggio” sa essere.

Così chi, oltre trent’anni fa, ha vissuto da cronista gli interminabili 148 giorni del rapimento della figlia Gaby ricorda Elsbeth Kiss Maerth, 84 anni, di cui ieri a Campione d’Italia si sono svolti i funerali.

A celebrare il rito funebre il parroco dell’enclave monsignor Eugenio Mosca che ha evidenziato «le qualità umane di una donna che anche a Campione d’Italia ha saputo essere altruista e sempre disponibile. Incapace di serbare rancore anche se la vita l’ha messa di fronte a prove davvero dure».

Nata in Estonia

La signora Elsbeth nacque nel 1930 in Estonia. Già nei primi anni di vita con la famiglia dovette emigrare a causa dell’invasione russa. Fu in Germania dove affrontò i primi studi e imparò il tedesco, poi per anni in Inghilterra. Quindi un periodo in Australia dove conobbe Oscar - un uomo che pare uscito da una favola e su cui si potrebbe scrivere un libro - che divenne il compagno della vita e dalla cui unione nacquero le tre figlie Birgitta, Sonia e, appunto, Gaby.

E dalla terra dei canguri un gran balzo sino ad Hong Kong dove il marito seppe diventare il “re delle calzature”, producendo scarpe da tennis e sportive per i più prestigiosi marchi internazionali, primi fra tutti Nike e Superga.

E proprio ad Hong Kong, nel 1967, Oscar Kiss Maerth ebbe una crisi mistica che lo portò persino a ritirarsi in un monastero buddista. «Questo perché - ebbe a dichiarare - ero diventato troppo ricco, al punto da non aver più nulla da chiedere al mondo».

Ed anche in questa occasione la signora Elsbeth seppe comprendere il travaglio del marito, sino a riportarlo a una vita meno ascetica.

Fu nel 1971 - dopo un ulteriore periodo di peregrinazione in vari continenti - che la coppia arrivò in Italia. Conobbe lo splendore di Villa Passalacqua a Moltrasio, una dimora di 154 locali in cui il musicista Vincenzo Bellini compose “La Sonnambula”. Se ne innamorò al punto da acquistarla spendendo gran parte della sua fortuna. Subito dopo fece dichiarare la villa monumento nazionale, impedendo così ogni tentazione futura di trasformare questo angolo di paradiso in speculazione immobiliare.

Ed è accanto al marito quando viene fondata a Zurigo l’Omnia Mundi, organizzazione che si batte per il rispetto della natura, per la pace del mondo e che diede vita a una delle prime campagne internazionali di sensibilizzazione contro le armi giocattolo.

Quel terribile 6 maggio

Un’esistenza passata tra le figlie con un occhio attento alle attività del marito. Con tutta la discrezione di cui una donna intelligente e colta è capace.

Poi quel terribile 6 maggio 1982. Uno “tsunami” che inizia quando la figlia Gaby, 18 anni, esce dalla villa per andare a prendere il battello e recarsi a scuola. Ma viene rapita. Dapprima la richiesta di un riscatto di cinque miliardi di lire, poi un miliardo, sino ai 172 milioni finali. E prima del rilascio con un blitz a Traona in Valtellina, avvenuto il 1° ottobre, le lettere della giovane:«Fate presto. Non voglio morire».

A Villa Passalacqua una madre coraggio non si è mai arresa. E una volta riabbracciata la figlia, non ha più voluto staccarsi da lei. Così il trasferimento a Campione. Grande e ultimo atto d’amore.n

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