Alessandro non respirava più
«Così gli abbiamo salvato la vita»

L’allenatore Pellicanò: «Era a terra con gli occhi sbarrati e i denti chiusi»

Ora la grande paura è passata e il giocatore di San Fermo è tornato a casa

È tornato a casa e sta bene, nonostante il mal di testa e uno stato ancora leggermente confusionale: dopo la grande paura, Alessandro Pagani, vent’anni di San Fermo della Battaglia, può tornare alla vita normale.

Domenica pomeriggio sul campo di calcio di Lomazzo ha fatto spaventare tutti i presenti: durante la partita di Terza categoria tra Futura Lomazzo e Cacciatori delle Alpi, la sua squadra, ha preso un colpo alla testa (un calcio fortuito, durante un’azione di gioco) perdendo i sensi per diversi minuti.

I primi soccorsi, il trasporto all’ospedale Sant’Anna di Como e gli accertamenti di rito, poi il sospiro di sollievo: ieri ha potuto riabbracciare la sua famiglia.

Il suo allenatore, Carmelo Pellicanò, è stato il primo a prestargli soccorso: «Mancavano pochissimi minuti al termine, e ironia della sorte Alessandro era appena entrato; quando l’abbiamo visto a terra abbiamo subito capito la gravità della situazione: respiro intermittente, occhi sbarrati, i denti chiusi. Abbiamo subito chiamato la Croce Rossa».

Attimi drammatici ed eterni, dal racconto di Pellicanò.

«Alessandro non si riprendeva, ho provato a liberargli la lingua dai denti. Ma eravamo impotenti, in attesa dei soccorsi. Dalle tribune è arrivato un medico, ci ha rassicurato che respirava. Solo più tardi ho scoperto che era presente anche il papà».

Con l’arrivo dell’ambulanza Alessandro Pagani ha ripreso conoscenza, pur non ricordando nulla.

Un grosso ematoma sotto l’occhio, la fatica a parlare. Il ricovero e gli esami di rito al Sant’Anna non hanno evidenziato lesioni. Solo un terribile spavento. Non il primo, sui campi di calcio. Tre giorni prima a San Fermo della Battaglia un’altra gara con protagonista la stessa Cacciatori delle Alpi è stata scenario di un incidente di gara.

E non sempre dirigenti e allenatori sono preparati negli interventi di primo soccorso. Mister Pellicanò chiude svelando un curioso retroscena.

«Alessandro non doveva neanche giocare domenica: in settimana era stato a Genova per un master legato all’università, non si era allenato e gli avevo proposto di giocare al sabato con la formazione juniores per restare in allenamento. Mi avesse ascoltato...».

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