Allarme trasporti per il rientro a scuola
Si muove il prefetto e chiama tutti

Tra un mese superiori in aula, ma manca un piano per aumentare gli autobus e per gli ingressi scaglionati. Il tempo stringe, tutti convocati per giovedì

Un mese esatto al rientro in classe per tutti gli studenti delle superiori (oltre a elementari e medie che già sono in aula) e ancora non c’è un piano condiviso tra le scuole e il trasporto. Anzi, in corso c’è uno scontro a distanza tra i dirigenti scolastici (chiamati a prevedere modifiche sostanziali agli orari con ingressi scaglionati, ma non di 15 o 30 minuti, ma nell’arco della mattinata) e le società di trasporto che dicono che senza la pianificazione scolastica non si può pensare di modificare orari e aggiungere corse.

Colzani: «Chiarire le lezioni»

Insomma, una sorta di guerriglia su cui, però, va trovato un compromesso. Trenta giorni sono pochi e, se si tolgono le feste, il tempo è già quasi scaduto. Il prefetto Andrea Polichetti, forte anche dell’incarico di coordinamento assegnato formalmente dal Governo alle Prefetture ha convocato tutti attorno a un tavolo per giovedì pomeriggio in via Volta. Dalla Prefettura fanno sapere che il prefetto sta tenendo i contatti con tutti gli attori della partita con l’obiettivo di arrivare a tirare le conclusioni con l’elaborazione di un documento che porti a pianificare nel dettaglio il ritorno a scuola. A ricevere la lettera di convocazione saranno il presidente della Provincia, i sindaci dei Comuni dove si trovano scuole superiori, il dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, e ancora quello della motorizzazione e i vertici dell’Agenzia del Trasporto pubblico.

Domenica sera il ministro dei Trasporti Paola De Micheli su Rai 3 aveva dichiarato che sono «già stati noleggiati 9.700 mezzi aggiuntivi» e «programmati 20 milioni e 370 mila km in più di corse» del trasporto pubblico locale». Ed è anche tornata a parlare di scaglionamento degli orari. «Dobbiamo organizzare un modello di vita della città che consenta di evitare che una persona abbia bisogno di muoversi per forza tra le 7 e le 9. Nel Dpcm abbiamo previsto una modalità per scuole e attività produttive coordinata dai prefetti che avranno la responsabilità di provare a coniugare gli orari. Credo che potremo farcela».

Intanto ieri il presidente dell’Agenzia del Tpl Angelo Colzani spiega che «al momento non ci risultano finanziamenti ad hoc» e chiarisce che «tre sono le ipotesi: entrare tutti alle 8, ma è poco percorribile, uno scaglionamento sul modello Brescia con due ingressi, alle 8 e alle 10, che ci sembra auspicabile mentre la terza prevede il doppio turno, mattina e pomeriggio, ma è più complicato». Colzani dice che «il primo punto è capire dalle scuole come programmeranno le lezioni e poi muoversi di conseguenza concertando gli interventi». Da Asf Autolinee fanno sapere che al momento le corse affidate all’esterno sono il 2% e aggiungono: «Il nostro obiettivo resta quello di garantire il miglior servizio possibile per tutti i nostri utenti e, in vista del ritorno alla didattica in presenza negli Istituti superiori, l’azienda è al lavoro per garantire un servizio adeguato per gli studenti , oltre a essere disponibile per partecipare a tavoli di confronto istituzionale».

L’attacco

Sul fronte politico il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca non le manda a dire: «Lo dico da mesi ormai, le scuole devono pianificare in modo diverso le lezioni in modo da fare uno scaglionamento vero, ma purtroppo registriamo posizioni rigide da parte dei sindacati. Alcune linee di trasporti sono state raddoppiate o triplicate, ma non si possono aggiungere bus infiniti. É una situazione di emergenza, anche la scuola deve modificarsi».

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